I nodi della Villa reale di Monza dovrebbero venire al pettine lunedì 26 ottobre durante il consiglio comunale in cui i rappresentanti degli enti che compongono il cda del Consorzio di gestione dell’ex reggia si confronteranno con il parlamentino cittadino.
Sul tavolo del dibattito che si svolgerà a distanza, tramite videoconferenza, i temi saranno molti: i consiglieri monzesi cercheranno di approfondire le questioni legate al contenzioso tra il Comune e la concessionaria Villa reale spa che, dopo la fine del lockdown, non ha riaperto al pubblico gli spazi che gestisce. Tenteranno, inoltre, di capire quali saranno i tempi per la stesura del masterplan che dovrà individuare la vocazione del complesso costituito dal palazzo piermariniano e dal Parco e indicare come spendere 32 dei 55 milioni stanziati dalla Regione. La discussione toccherà, presumibilmente, le strategie che il Consorzio con il neo direttore generale Giuseppe Distefano potrebbe mettere in campo per incrementare il numero dei visitatori della Villa.
I rappresentanti di maggioranza e opposizioni non faranno solo domande ma proveranno a fornire spunti di riflessione e suggerimenti: il confronto, del resto, è stato chiesto da diverse forze politiche prima a luglio e poi a settembre e in entrambe le occasioni la proposta è stata accolta dal sindaco Dario Allevi. Che i consiglieri potrebbero non accontentarsi di un ruolo da comprimari lo lascia intendere il presidente dell’aula Filippo Carati: «Vogliamo contribuire – ha affermato la scorsa settimana – a quella che, ci auguriamo, possa essere una svolta nella storia della Villa reale».
Intanto, dopo la notizia che la Corte dei conti ha comunicato di non poter rispondere ai quesiti fatti da Regione Lombardia, a proposito dell’accordo con il privato per la risoluzione “pacifica” del contratto di concessione, intervengono ancora il Comitato per il Parco e il comitato “La Villa reale è anche mia”. E lo fanno questa volta con toni più duri che in passato. “Abbiamo appreso che alla Corte dei Conti era stato sottoposto dal Consorzio un secondo quesito: se i 4 milioni benevolmente riconosciuti al concessionario avrebbero potuto essere sottratti dai 55 milioni destinati alla realizzazione del masterplan per la rinascita di Parco e Villa; la risposta perentoria, e anche un po’ seccata, del Supremo organo di controllo della contabilità pubblica lascia ben pochi dubbi sull’approssimazione con cui il Consiglio di Gestione dell’organo che ha in mano le sorti del complesso monumentale si sta muovendo su una situazione gravissima che sta mettendo in dubbio il futuro dell’apertura della Villa e la garanzia della continuità del lavoro per i dipendenti. A ciò si aggiunge l’indebita ipotesi di stornare 4 milioni dai fondi del masterplan per destinarli a coprire errori gestionali che a soli 6 anni dal restauro hanno portato a chiudere i cancelli della Villa a tempo indeterminato per decisione del concessionario”.
Per i due comitati che avevano anni fa guidato l’opposizione al progetto di concessione, l’unica strada rimane ricorrere direttamente alle sedi giudiziarie – si legge nel comunicato firmato da Bianca Montrasio e Roberto D’Achille – “affinché siano stabilite inequivocabilmente le responsabilità senza cedere in alcun modo a risoluzioni di compromesso che ricadrebbero solo sulle spalle della collettività, già vittima di una situazione intollerabile”.