Viaggio nei grattacieli di Vimercate: «Ecco perché le Torri Bianche sono sicure»

Un viaggio nei protocolli di sicurezza delle Torri Bianche di Vimercate dopo la tragedia della Grenfell tower di Londra. I tre grattacieli brianzoli - il più piccolo ha 17 piani e 90 appartamenti - possono essere evacuati in 5 minuti.
Le Torri bianche di Vimercate
Le Torri bianche di Vimercate

Dopo il clamoroso incendio alla Grenfell Tower di Londra, chiunque viva o lavori in un grattacielo sente il bisogno di sentirselo dire: i sistemi di sicurezza sono a prova di bomba.

In Brianza, tra le strutture più note e imponenti ci sono le Torri Bianche di Vimercate, tre edifici ribattezzati le «matitone» che svettano sul quartiere più moderno e tecnologico della città e danno il benvenuto a chi arriva dalla Tangenziale Est.

Il più piccolo dei tre, si fa per dire, conta 17 piani ed è per lo più residenziale: 90 appartamenti. Gli altri due hanno 20 piani ciascuno di uffici.

Il building manager – Rosario Galbussera è il building manager fin dai tempi dell’edificazione, nel 1997, e garantisce: tutti i sistemi sono perfettamente a norma e, in caso di emergenza, in 5 minuti e mezzo le torri sono evacuate.

Lo confermerebbero i risultati di diverse esercitazioni programmate proprio per testare la sicurezza di un complesso che ospita migliaia di persone.

Soprattutto la torre residenziale, con i suoi appartamenti di lusso che si aprono senza chiavi ma con tessere magnetiche, richiede protocolli complessi a tutela della sicurezza.

Impianto rilevamento fumi – «In ognuno degli appartamenti – spiega Galbussera – c’è un impianto di rilevamento dei fumi dotato di allarme. Tutti sono collegati a una sala di supervisione nella Torre Sequoia, operativa h 24, ma anche alla guardiola e alla vigilanza. In caso di sirena accesa, scatta il piano di evacuazione che richiede 5 minuti per l’edificio residenziale e meno di 6 per le due torri-uffici».

In ogni alloggio c’è la piantina con il piano di emergenza e la porta tagliafuoco Rei. Si tratta di una certificazione che indica la resistenza al fuoco sia dal punto di vista meccanico che per tenuta ai fumi e vapori, che per resistenza alle alte temperature. La scala di emergenza poi, dice Galbussera, è a prova di fumo anche in piena emergenza. Infine, per ogni piano ci sono estintori e manichette per l’acqua al servizio dei vigili del fuoco.

Un episodio nel 2011 – Peraltro le Torri Bianche non presenterebbero particolari criticità né per materiali, né per il contesto. Non si tratta di zona sismica e in 20 anni non hanno mai dovuto mettere alla prova il piano di emergenza, se non per le esercitazioni e piccoli episodi. Uno nel 2011, un sabato mattina. Diverse decine di impiegati erano alle scrivanie e gli uffici si stavano lentamente popolando, quando la sirena antincendio è scattata segnalando alla sala controllo una chiara allerta al ventesimo piano della torre Sequoia.

Immediato l’intervento di verifica da parte della sicurezza interna che, nell’arco di pochi minuti, ha appurato la presenza di fiamme provenienti dal quadro elettrico di un ufficio al ventesimo piano e ha dato l’ordine di evacuazione. Nello stesso tempo, sono partite le chiamate ai vigili del fuoco.

Nel 2014, invece, una simulazione spettacolare organizzata dall’Avps (118) ha portato alle Torri una cinquantina di attori truccati con sangue finto, barelle e quasi 150 soccorritori.