Condanne e risarcimenti per la truffa del Banco Desio. Nei giorni scorsi il tribunale di Monza si è espresso per la colpevolezza di due ex bancari, l’ex direttore della filiale veduggese del Banco di Desio R.C., (per lui sentenza alla pena di 4 anni e 3 mesi) e l’ex responsabile amministrativo e della clientela M.S. (3 anni e 3 mesi), accusati di appropriazione indebita, truffa e falso. Il giudice brianzolo Giuseppe Ragadali ha condannato anche S.D.M. (3 anni e mezzo) titolare di un’impresa edile beneficiaria dei raggiri, e un’altra quindicina di imputati, a pene fino a sei mesi di reclusione.
Si tratta comunque di reati destinati a cadere in prescrizione, considerando l’eventuale quanto scontata impugnazione della sentenza davanti alla Corte d’appello. La sentenza di primo grado, tuttavia, ha sancito il diritto, a favore dell’istituto di credito ad ottenere un risarcimento provvisionale immediatamente esecutivo pari a 3 milioni di euro. A far emergere il caso erano stati gli stessi ignari clienti. Qualcuno di loro si è accorto dei temporanei ammanchi sui conti e ha fatto scoppiare il caso.
Non solo: i due ex funzionari avrebbero anche falsificato le credenziali sul sistema informatico dell’istituto per far ottenere a persone legate da rapporti di lavoro con l’imprenditore edile finanziamenti o affidamenti. Tra i destinatari di questi presunti finanziamenti illeciti, ci sarebbero anche un paio di commercialisti. Così come un’altra coppia di professionisti si sono ritrovati imputati a vario titolo di truffa e di falso per avere falsificato la documentazione di alcune società in modo da fare loro ottenere ingiustamente aperture di credito. Nel 2011, i responsabili del Banco di Desio, a seguito dell’arrivo di diverse segnalazioni a proposito di presunti “errori” sui conti correnti, aveva fatto analizzare dagli ispettori la gestione della direzione della filiale dell’istituto di credito di Veduggio, giungendo a sporgere denuncia.
La banca si era costituita parte civile nel processo, chiedendo, attraverso i suoi legali, la somma di quattro milioni di euro di risarcimento dei danni, sia patrimoniali, che morali. Gli imputati, dal canto loro, hanno invece negato le accuse. “Soddisfazione” per la sentenza è stata espressa dall’avvocato Massimo Bordon, che rappresentava l’istituto di credito come parte civile al processo: «Sono state riconosciute le contestazioni penali e il gravissimo danno subìto dalla banca, che aveva provveduto immediatamente a ripianare il danno ai clienti».