Era il 19 marzo 1947 quando l’arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster benedì le nuove campane della basilica dei santi Pietro e Paolo di Varedo. Gli otto bronzi giunsero su otto carri trainati da cavalli dalle fonderie Tremolada di Seregno. Settantaquattro anni dopo – venerdì pomeriggio – tre di questi bronzi sono stati smontati dalla cella campanaria con un braccio meccanico alto cinquanta metri.
«Era necessario sottoporle a un restauro – spiega il parroco, don Giuseppe Grisa -. In una sarà sostituito un ceppo, in un’altra sarà sostituito un congegno meccanico. Un’altra ancora infine sarà sottoposta a una revisione». A effettuare i lavori sarà ancora la storica azienda che le aveva fuse subito dopo la guerra. Le campane torneranno al loro posto tra circa un mese.
Da sempre per i varedesi le campane della basilica dei Santi Pietro e Paolo sono un motivo di orgoglio. La storica chiesa, consacrata il 10 ottobre 1915 dal cardinale Andrea Ferrari, era dotata di cinque campane. Ma nel 1942 furono requisite dai nazisti, che le fusero e le usarono per scopi bellici.
Il campanile e le vetrate della chiesa furono inoltre danneggiate dall’esplosione che, il 25 dicembre 1944, distrusse la polveriera di Solaro. Subito dopo la guerra la chiesa fu restaurata e grazie anche a una donazione di Fulgenzio Borsani e di Cristina Bagatti Valsecchi, fu possibile dotarla di otto campane. Proprio quelle che oggi saranno sottoposte a restauro. Ancora oggi all’interno della chiesa è conservata una delle campane dell’antica chiesa di Varedo, che risale al 1748.