Una maglia dell’Asd San Rocco, personalizzata con il suo nome, accanto a una del Seregno calcio, sormontate da una sciarpa della Curva Nord, la tifoseria organizzata dell’undici azzurro, e da un berretto della Protezione civile.
La bara di Adelio Corona (che, generoso alla fine così come nel corso della sua vita, ha donato le cornee) si è presentata così giovedì nella Basilica San Giuseppe, per un partecipatissimo funerale che è stato presieduto da monsignor Armando Cattaneo, oggi prevosto di Saronno, e concelebrato da don Stefano Perego e don Samuele Marelli, tutti accomunati dall’esperienza alla guida dell’oratorio San Rocco, riassumendo così nel migliore dei modi un’esperienza di vita semplice ma intensa, caratterizzata da uno slancio aggregativo non comune e da una presenza assidua ad ogni iniziativa sul territorio.
LEGGI Seregno perde Adelio Corona: «Quanti seregnesi erano così conosciuti e nel cuore di tutti?»
Corona se ne è andato lunedì scorso, alle prime luci dell’alba della vigilia di Natale, una decina di giorni dopo il malore che lo aveva colpito sabato 15 dicembre, dal quale non aveva mai accennato a riprendersi. Classe 1964, era probabilmente la figura più conosciuta ed amata in città, come ha testimoniato l’ondata di condivisione che ha travolto la sua pagina di Facebook “Io conosco Adelio Corona” nelle ultime settimane, dopo che la notizia sulla gravità delle sue condizioni era diventata di dominio pubblico.
«Ogni volta che incontravo Adelio, mi veniva d’istinto di ringraziare il Signore. Lui era l’immagine che il Signore fa grandi cose al di fuori degli schemi. Noi siamo sempre convinti che, per contare, occorra essere negli schemi. Adelio ne era fuori, ma contava moltissimo – l’ha descritto monsignor Armando Cattaneo, in città dal 1974 al 1998, nell’omelia – Non si tirava mai indietro. Tutte le qualità che il Signore gli ha dato, ha avuto la forza di farle fruttificare al massimo. Ha onorato il suo lavoro, serio e puntiglioso. Era una persona che in trasparenza ti consentiva di vedere ciò che Gesù ha descritto nel Vangelo. E di questo come fai a non ringraziare il Signore? Qualcosa in più del Vangelo, grazie a lui, l’avete capito tutti».
Al termine della cerimonia funebre, il sindaco Alberto Rossi ha lanciato con altri ragazzi dell’oratorio San Rocco un tubighi, il celebre coro con cui Corona ha accompagnato intere generazioni cresciute in via Cavour. «Ringrazio di cuore – ha commentato la sorella Tiziana – tutti coloro che ci sono stati vicini in questo periodo terribile».