Vent’anni di condanna per R.C. il 18enne di Paderno Dugnano che nella notte del 31 agosto dello scorso anno, nella villetta di famiglia, uccise a coltellate i genitori e il fratello 12enne.
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale dei minorenni di Milano, venerdì 27 giugno, ha accolto la richiesta della Procura – il massimo della pena in un processo minorile, 30 anni – nell’ambito di un processo abbreviato per omicidio volontario pluriaggravato con lo sconto di un terzo della pena, considerando anche le aggravanti, tra le quali la premeditazione, che hanno prevalso sulla semi-incapacità di intendere e volere al momento del fatto come era emerso da una perizia.
Strage di Paderno Dugnano: la condanna nel processo con rito abbreviato
La difesa aveva invece chiesto che fosse riconosciuto un vizio totale di mente e quindi il proscioglimento o una pena che tenesse contro del vizio parziale e delle attenuanti.
Dalla perizia psichiatrica disposta dal Tribunale è emerso che il ragazzo, 17enne all’epoca dei fatti, viveva tra realtà e “fantasia”, desideroso di trovare rifugio in un mondo che chiamava della “immortalità” raggiungibile liberandosi di tutti gli affetti. Come è poi tragicamente avvenuto. La Procura aveva già disposto per lui uno specifico percorso di cure.