Ventitrè persone arrestate in flagranza di reato, 800 kg di sostanza stupefacente sequestrata (13 kg di cocaina, 42 kg di marijuana e 745 kg di hashish). Addirittura in un caso, i carabinieri di Monza sono riusciti a fermare nel comune di Pero (MI) un tir con a bordo un carico di 313 kg di hashish opportunamente occultato all’interno di bidoni coperti da aglio e altri prodotti alimentari.
I Carabinieri di Monza Brianza e il Corpo di Polizia Penitenziaria di Milano hanno smantellato una organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti operante nella Nord-Italia e nelle Province di Roma e Forlì-Cesena. Nel corso della notte hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto complessivamente di 31 soggetti di origine straniera. Gli indagati, in alcuni casi, sottraevano la sostanza stupefacente ad altre bande rivali con false perquisizioni qualificandosi come appartenenti alle forze dell’ordine. Sequestrati un totale di oltre 640.000 euro e 800 kg di sostanze stupefacenti che, se immesse nel mercato illegale della droga, avrebbero generato un introito di diversi milioni di euro per le casse del mercato della droga.
L’operazione (denominata “Fusion”) dell’Arma monzese, guidata dal comandante provinciale, colonnello Gianfilippo Simoniello, ha riguardato le province di Milano, Forlì-Cesena e Roma. I militari brianzoli, in codelega esecutiva con personale del Nucleo Investigativo Regionale di Milano del Corpo di Polizia Penitenziaria e con il supporto dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri competenti per territorio, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, hanno dato esecuzione all’ Ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano su richiesta della locale procura, nei confronti di 8 persone ( di cui 7 sottoposti alla custodia cautelare in carcere e 1 agli arresti domiciliari), ritenute responsabili a vario titolo di concorso nella detenzione, vendita e commercio ai fini di spaccio di elevati quantitativi di sostanze stupefacenti, detenzione – porto in luogo pubblico di armi di provenienza clandestina e da guerra, riciclaggio, ricettazione, furto e rapine in concorso.
L’indagine è stata avviata dai militari del Nucleo Investigativo nell’ aprile 2017, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Milano, con servizi di osservazione e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali alla luce di un altro procedimento penale, condotto sempre dalla Procura meneghina, nell’ambito del quale, il personale del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria su presunti furti in box auto. Dalla cooperazione tra le due forze di polizia, è nato il nuovo procedimento penale che ha consentito di appurare che i furti, oggettivamente riscontrati dalle conversazioni intercettate, non risultassero mai denunciati.
Si è così scoperto che, in realtà, i soggetti che subivano i furti erano dei “pusher” a cui veniva sottratta la sostanza stupefacente. L’evoluzione delle indagini consentiva di appurare che alcuni degli indagati acquisivano informazioni per individuare degli spacciatori da cui rifornirsi, procedendo quindi ad acquistare alcune dosi e, da quel momento, il pusher era oggetto di un vero e proprio pedinamento effettuato anche avvalendosi di gps e microcamere, in maniera tale da individuare il nascondiglio dello stupefacente da rubare successivamente.
Addirittura, nel torinese, non esitavano a presentarsi davanti alla porta dell’abitazione di un pusher e, simulando di essere poliziotti, effettuavano una vera e propria perquisizione domiciliare, sottraendo la sostanza stupefacente da questo detenuta, lasciando il soggetto ammanettato all’interno dell’appartamento. In un’altra occasione, nel pavese, gli indagati, avendo notato una pattuglia dei Carabinieri, occultavano lungo il margine della strada una sacca contenente una pistola con matricola abrasa e delle placche dell’associazione Nazionale Carabinieri, utilizzate per simulare l’appartenenza all’Arma sempre nel corso di furti e rapine a pusher rivali.
L’attività nel suo complesso ha portato a numerosi sequestri di droga nelle province di Milano, Torino, Savona, Pisa, Firenze. La conclusione delle attività investigative ha consentito acquisire elementi di colpevolezza a carico di 81 soggetti, sia italiani che extraUE (perlopiù nord-africani) nei confronti dei quali sono stati mossi complessivamente 186 capi di imputazione. Dei numerosi soggetti indagati, solo 25 sono quelli per cui la Procura di Milano si è dichiarata competente (almeno 60 episodi di spaccio, trasporto e compravendita di sostanze stupefacenti, porto illegale di armi comuni e da guerra), mentre per gli altri soggetti si è in attesa delle determinazioni delle altre procure territorialmente competenti.