L’associazione “Ucraina libera” di Seregno e la scuola ucraina “Girasole”, al parco di via Marzabotto, nel pomeriggio di sabato 28 maggio, hanno organizzato una festa di ringraziamento alla città. Era presente, il sindaco Alberto Rossi con gli assessori William Viganò (bilancio e Protezione Civile) e Laura Capelli (politiche sociali), oltre a David Savoca, responsabile del comitato di quartiere Sant’Ambrogio-Crocione e a rappresentanti di numerose associazioni locali, residenti del quartiere, genitori e un gruppo di volontari della locale Protezione Civile.
La festa di ringraziamento: «Il futuro del parco “della Pace”»
Nel suo intervento il sindaco Rossi ha detto di essere onorato di presenziare alla festa degli ucraini presenti in città. “Oggi è la continuazione di un lavoro duro e proficuo che dura ormai da tempo – ha sottolineato – sia di aiuto nel momento dell’invasione russa all’Ucraina accogliendo profughi e organizzando aiuti da inviare alla popolazione rimasta in Ucraina. Un lavoro complesso che ci ha visto in prima fila unitamente agli assessori Viganò e Capelli, che si sono prodigati in campi diversi per dare ospitalità ai tanti profughi arrivati in città. Una festa di ringraziamento quella da voi organizzata che vuol essere un messaggio di pace. E a proposito di pace ci è stato chiesto più volte a chi dedicare o intitolare il bel parco in cui ci troviamo in questo momento. Dopo aver escluso tanti nomi, abbiamo pensato di dedicarlo “alla Pace”, ma anche con la ferma speranza che questa avvenga al più presto e che la popolazione ucraina possa rientrare in sicurezza e in pace nella propria nazione a riprendere una vita interrotta”.
La festa di ringraziamento, la responsabile della comunità ucraina
La responsabile della comunità ucraina seregnese Oksana Kolotynska, rivolgendosi alle autorità municipali, ha detto: “La piccola comunità dei profughi ucraini, rappresentata dall’associazione Ucraina Libera, presente ai Seregno desidera ringraziare l’amministrazione comunale e tutti i seregnesi per la calorosa, cordiale, sentita accoglienza rivolta a tutti noi. Le dolorose conseguenze della guerra in Ucraina sono sotto gli occhi di tutti. Siamo un gruppo di mamme con bambini perché i papà sono rimasti in Patria a difende il nostro paese. Siamo in gran parte fuggiti in condizioni di estremo pericolo, raccogliendo in maniera raffazzonata poche cose indispensabili e infilandoci sul primo mezzo disponibile per scappare, lasciare casa nostra con il cuore straziato. I nostri bambini hanno imparato a loro spese a temere i rumori sordi degli aerei nel cielo e delle sirene del coprifuoco o dei fischi delle bombe che vengono giù. Non dormono né di giorno né di notte e sobbalzano ad ogni rumore imprevisto”.
In un altro passaggio ha sottolineato come: “Sopravvivere, quanto bene ci rappresenta, questo verbo. Dice che, messo alle strette, l’essere umano scegli di “vivere” a qualsiasi condizione. Di vivere “sopra”, cioè di passare “sopra” a qualsiasi bisogno non primario. E per noi, questo ha significato solo “preoccupati di respirare”, non di mangiare, non di dormire, non dei vestiti. Oltre a “respirare” c’è dell’altro, non tutto è perduto, voi seregnesi, insieme, ci avete restituito la possibilità di crederci. Di credere che ripartire, forse, è possibile”. Sono seguito gli inni: il Canto degli italiani e quello ucraino. Poi una serie di canti eseguiti dai bambini tutti i costume della loro nazione, recita di poesie e giochi vari.