Seregno, futuro incerto per l’ospedale: le opzioni possibili al vaglio sono tre

Si tratta della riqualificazione della vecchia sede, della costruzione di un nuovo polo o del potenziamento di plessi esistenti, per l'inserimento dei servizi. Il nodo dei costi
L’ospedale Trabattoni-Ronzoni di Seregno
L’ospedale Trabattoni-Ronzoni di Seregno

Tre opzioni sul tavolo. Ma anche la certezza che di soldi non ce ne sono e che, nella migliore delle ipotesi, per rivedere in funzione un polo riabilitativo a Seregno occorrerà armarsi di pazienza. Tanta, purtroppo. È il quadro a tinte un po’ fosche che è emerso negli ultimi giorni sul futuro dell’ospedale Trabattoni-Ronzoni, i cui reparti di degenza sono stati ormai smantellati, per la necessità di lavori di ristrutturazione della sede di via Verdi, non più procrastinabili, considerata la sua vetustà. Le indiscrezioni che accreditavano una chiusura ormai definitiva dell’attività non hanno fin qui trovato un riscontro, con la politica che anzi, per una volta, ed è giusto sottolinearlo, sembra disposta a muoversi insieme in modo trasversale, per non privare la Brianza di un centro che era un fiore all’occhiello per l’intero settore sanitario in Lombardia.

Ospedale: riqualificazione, nuovo polo o inserimento dei servizi nei plessi esistenti

Ma quali sono le tre ipotesi? La prima è appunto procedere con la riqualificazione della sede storica, per la messa in sicurezza della quale era stata inizialmente allocata la cifra di 4 milioni 900mila euro. Peccato che le necessità emerse strada facendo, che appunto hanno evidenziato l’esigenza di interventi più corposi e che hanno portato a liberare i reparti di degenza, abbiano fatto salire questo importo, da quel che è filtrato, ad un tetto vicino ai 30 milioni di euro. La seconda, indubbiamente quella maggiormente intrigante, porta alla realizzazione di una nuova sede in zona San Salvatore, alle spalle dell’Esselunga, su un’area oggi incolta, già di proprietà dell’azienda ospedaliera. Un’opzione che ogni tanto emerge alla ribalta delle cronache ormai da decenni, oggettivamente la migliore da punto di vista di funzionalità ed efficienza, con il solo difetto dell’onerosità. Metterla a terra costerebbe infatti più o meno 70 milioni di euro, non esattamente una bazzecola, quando appunto di soldi non ce ne sono. La terza, quella fin qui rimasta sottotraccia, ma anche quella che sarebbe la più penalizzante per il territorio seregnese, è il potenziamento dei plessi ospedalieri esistenti, con il conseguente inserimento al loro interno dei reparti di riabilitazione. Come detto, la politica è al lavoro per capire come agire, ma per una soluzione servirà aspettare.

Ospedale: l’opinione del consigliere regionale Alessandro Corbetta

«Come consiglieri regionali -conferma Alessandro Corbetta, besanese, capogruppo della Lega in Regionestiamo parlando tra noi e con tutte le realtà dell’universo socio-sanitario. È chiaro che lo scenario più sfidante e migliore per la Brianza sarebbe quello di un nuovo polo riabilitativo a San Salvatore, in una zona più decentrata rispetto a quella dove si trova l’attuale ospedale, che è comunque una struttura vecchia e complessa e tale rimarrebbe anche dopo una ristrutturazione. Il nuovo polo consentirebbe di investire invece sull’efficienza e sarebbe a mio modo di vedere in grado di attirare nuove professionalità. Oltretutto, dal punto di vista strategico, grazie alla vicinanza alla statale 36, guarderebbe inevitabilmente anche a Milano a sud ed a Lecco a nord. Lì poi, a non molta distanza, passerà anche Pedemontana, per cui sarebbe servito anche sull’asse est-ovest». Corbetta approfondisce quindi il ragionamento: «Seregno ha bisogno di una struttura che permetta di mantenere quell’identità che ha caratterizzato il suo polo negli ultimi decenni. So che, inizialmente, la riconversione a centro di riabilitazione non era stata ben vista e provocò polemiche. Ma, oggi come oggi, soprattutto per strutture così piccole, è necessario operare scelte decisionali che consentano una caratterizzazione. La Brianza merita una struttura di questo tipo». La chiosa si concentra sulla tempistica: «Siamo in una fase di valutazione. I tempi non saranno brevi. Una volta adottata la scelta, si tratterà di trovare i fondi necessari, che al momento non sono previsti, né per un’eventuale ristrutturazione, né per un altrettanto eventuale nuovo polo».

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.