«Vuoi andare a casa a piedi?». Mai avrebbe immaginato che l’amico sarebbe finito invece al pronto soccorso. E per giunta con un pallino di piombo conficcato in un gluteo, a pochi millimetri dal bacino. Una “bischerata” direbbero a Firenze che ha visto la vittima finire su un tavolo operatorio dell’ospedale San Gerardo di Monza e lui, lo sparatore, con una serie di denunce.Tutto è bene quel che finisce bene: dopo una notte trascorsa all’ospedale, il ferito, un 26enne di Seregno, dove è avvenuto anche l’episodio, è stato dimesso con 15 giorni di prognosi.
L’episodio, che se non fosse per le conseguenze potrebbe quasi far sorridere, è accaduto giovedì scorso in serata quando al pronto soccorso del “Nuovo” si è presentato il 26enne che lamentava un forte dolore al “lato B”. I medici gli hanno chiesto spiegazioni e il ragazzo ha spiegato che stava tranquillamente pedalando con la sua bicicletta quando ha sentito un dolore lancinante lì. «Uno sconosciuto mi ha sparato e non so perché. Non l’ho neppure visto» ha detto anche a un agente di polizia nel frattempo richiamato. Una versione piuttosto inverosimile. Non fosse altro che poco prima, a un medico, il 26enne aveva invece confessato di sapere chi gli avesse sparato: «Un amico».
Un 41enne di Carate Brianza, poco dopo convocato al commissariato di Ps di viale Romagna. «Sì, sono stato io. Ho usato un fucile a molla ma era solo uno scherzo». Ha l’hobby di sparare piombini di metallo ai piccioni nella ditta dove lavora. Il 26enne è un collega. A casa ha un “arsenale”, sottoposto a sequestro, composto da tre fucili a molla con tanto di mirino a cannocchiale, acquistabili senza licenza in qualunque armeria in quanto non considerato armi da sparo, e una doppietta da caccia di almeno settant’anni, forse appartenuta al nonno, questa non dichiarata.
«Ci siamo visti e per scherzare gli ho detto se volesse andare a casa a piedi nel senso che intendevo colpire la ruota della bicicletta». Ma la mira non è stata evidentemente molto precisa visto che ha colpito il 26enne al gluteo. I due hanno concordato la versione raccontata all’agente, poi il 41enne ha portato l’amico al San Gerardo, lasciandolo all’ingresso del pronto soccorso.
Una volta stabilita la verità, il 41enne è stato denunciato per lesione, spari in luogo pubblico pericolosi e detenzione illegale di arma da caccia. Accertamenti balistici sono in corso per verificare se i fucili a molla siano stati potenziati visto che – secondo il racconto – il colpo sarebbe stato esploso da 30 metri, una distanza superiore alla portata dell’arma.