In viaggio verso l’Himalaya, per aiutare le bambine in fuga dall’infibulazione

Renata Andolfi non è nuova a simili imprese, ma stavolta la sua esperienza ha lo scopo di raccogliere donazioni a scopo solidale
Renata Andolfi alla partenza per la sua splendida avventura

Renata Andolfi, torinese di nascita e monzese d’adozione, ci riprova. Ha imballato (con cura) la sua bicicletta da scalata ed è partita. Destinazione: Himalaya. Non una tappa nuova per la biker appassionata. L’impresa l’aveva già affrontata tre anni fa. La novità di questa nuova scalata è la finalità solidale di questa edizione 2022 dell’avventura su due ruote. «Questa pedalata la dedico alle piccole donne del Rescue center di Loitokitok, in Kenya, dove è stato realizzato il Divinity foundation international Ngo, una realtà straordinaria, dove vengono accolte le bambine che scappano dalle mutilazioni genitali», spiega.

Himalaya: il perché del viaggio in bicicletta

Un’immagine scattata lungo il viaggio


Andolfi è partita dall’Italia mercoledì 11 agosto. La prima tappa del viaggio è Daramsala, la città che ospita il Dalai Lama. «Poi entrerò in Zanskar da sud, come sognavo di fare da tre anni da quando, già durante il viaggio precedente, incrociai la strada che allora era in costruzione e che da Darcha porta a Padum», continua. Un viaggio pianificato nei dettagli, metro dopo metro e srotolando chilometri su chilometri nei mesi di preparazione all’impresa. Il viaggio di Renata continuerà seguendo il corso del fiume Zanskar, fino alla città di Lamayuru. Poi procederà verso Basgo, Leh (già visitata nell’impresa precedente), la Nubra Valley e Pongong Tso. «Non so se riuscirò nell’impresa, ma quello che è certo è che potrò aiutare le bambine e le ragazzine a cui viene data una nuova vita nel centro di Oloitoktok, vicino al Kilimangiaro -aggiunge-. La pandemia ha impoverito gravemente la popolazione già provata dalla povertà. Senza turismo non sopravvivono e due anni di Covid 19 hanno ridotto di molto l’ingresso dei turisti in questa regione dell’Africa. Senza turismo non ci sono introiti e non è possibile sostenere le attività del centro. Vogliamo però continuare a dare un futuro a queste ragazze e ognuno può fare la sua parte».

Himalaya: ecco come contribuire con le donazioni

Un’altra immagine che documenta il viaggio di Andolfi


Chiunque potrà seguire l’impresa di Renata Andolfi sulla sua pagina Facebook, che la ciclista utilizzerà come una sorta di diario di viaggio, annotando pensieri e tappe, ma anche sensazioni vissute e volti incontrati. Un tour solidale e social. Sarà possibile infatti sostenere l’impresa di Renata contribuendo ad aiutare con una donazione il centro che accoglie le bambine in fuga dall’orrore dell’infibulazione, attraverso il conto corrente: Divinity Foundation E. V. DE20360200300001443623. Il Divinity center si trova in un piccolo villaggio, nella sottocontea di Oloitokitok. Nato con l’intento di salvare le bambine dalla tortura delle mutilazioni genitali femminili e dai matrimoni precoci, ha fino ad oggi soccorso e accolto ventuno ragazze, di età compresa tra 10 e 17 anni.