Provincia Monza e Brianza: tutti i numeri dell’ente dimezzato

I numeri raccontano la storia della Provincia di Monza e Brianza, rimasta come tutte nel pantano della mancata riforma costituzionale di Renzi.
Consiglio provinciale
Consiglio provinciale Fabrizio Radaelli

Sono i numeri, freddi ed eloquenti, a raccontare la storia della Provincia di Monza e Brianza nel suo decennio abbondante di vita: le vacche grasse per l’ente brianzolo sono durate poco e la neonata istituzione si è scontrata ben presto con i tagli seguiti alla legge Delrio del 2014 che ha depotenziato e declassato gli enti intermedi a organismi di secondo livello.

Provincia Monza e Brianza: pesa poco sui bilanci dello Stato, versa tanto

A ben guardare la Brianza non ha mai pesato troppo sulle casse dello Stato dato che il fondo perequativo, che porta nelle casse di molti comuni i contributi erogati da Roma, per via Grigna ha sempre avuto segno negativo: ogni anno, di conseguenza, l’ente versa nelle casse governative fior di quattrini. Erano 15.749.270 euro nel 2010 e si sono assestati a 17.163103 euro a partire dal 2016: denaro che l’organismo monzese non vede nemmeno in quanto viene trattenuto dallo Stato sulle entrate tributarie proprie ovvero l’Rc auto, l’imposta di trascrizione sulle pratiche automobilistiche e una percentuale sulla tassa rifiuti pagata dai cittadini ai comuni.

Provincia Monza e Brianza: l’altro prelievo forzoso

Al prelievo forzoso dal 2014 se ne aggiunge un altro: quello introdotto dai provvedimenti legati alla Delrio che ha fatto sprofondare sull’orlo del fallimento tanti enti intermedi e ha tolto il sonno anche agli amministratori brianzoli. Il balzello ha debuttato con 4.544.417 euro, è salito fino a 36.500.482 euro nel 2016 e si è attestato a 31.752.687 nel 2020 e nel 2021: sono queste somme ad aver fortemente limitato la possibilità di avviare progetti e manutenzioni straordinarie da parte dei presidenti che si sono succeduti in via Grigna.

Provincia Monza e Brianza: i dati dei bilanci

Lo dimostrano i dati dei bilanci: il primo preventivo dell’ente, nel 2010, sfiorava il 172 milioni mentre quello del 2021 è rimasto poco sotto i 117, con un recupero di circa 5 milioni rispetto ai due anni precedenti: le spese correnti sono salite dai 99 milioni del primo preventivo ai 103.505831 euro del 2021 con il picco 111.290.199 del 2016 mentre gli investimenti che nel 2010 ammontavano a oltre 53 milioni hanno toccato il picco di 93.651.748 euro nel 2015 per poi crollare fino a 22.171.482 nel 2020 e aumentare a 27.694.183 lo scorso anno. Le entrate tributarie sono stabili da alcuni anni e oscillano attorno ai 62-63 milioni di euro. I trasferimenti statali sono piuttosto risibili e, ad eccezione dei 9.477.640 euro del 2017 e dei 7 abbondanti dell’anno precedente, raramente hanno superato il milione. Rientrano in un capitolo a parte i 14.322.003 euro arrivati nel 2020 nell’ambito dell’emergenza covid-19 e calati a 1.922.780 lo scorso anno.

Provincia Monza e Brianza: “Dal 2014 cediamo il 50% delle nostre entrate tributarie”

I tempi duri non sono terminati ma sono passati gli anni in cui i presidenti delle province italiane dimostravano all’esterno del Parlamento minacciando di dimettersi perché non riuscivano a chiudere i bilanci. Nel periodo più buio la Brianza ha pagato cara la sua virtuosità: i tagli imposti da Roma sono stati applicati sulla base di una serie infinita di parametri alle spese consolidate e coloro che, come gli amministratori locali, non avevano sacche di inefficienza e sprechi da eliminare si sono trovati in difficoltà a garantire servizi vitali tra cui la riparazione delle strade.
«Dal 2014 – spiega il presidente Luca Santambrogio – cediamo allo Stato praticamente il 50% delle nostre entrate tributarie oltre al fondo perequativo. Quest’anno la situazione sarà ancora più pesante in quanto dovremo far fronte all’incremento dei costi dell’energia: oltretutto, secondo le previsioni, nel 2023 l’Rc auto e l’Ipt subirà un calo tra i 5 e i 7 milioni di euro in quanto il mercato è fermo. Lo squilibrio sarà pesante anche se noi siamo in condizioni migliori rispetto ad altri enti».