La Pedemontana sarà insostenibile per i potenziali utenti di Monza e Brianza: lo ribadiscono, una volta di più, i consiglieri provinciali del gruppo Brianza Rete Comune, cioè il centrosinistra. A partire da un conto: secondo i calcoli del gruppo provinciale, la tariffa al chilometro, da sito ufficiale, è di circa 0,142 euro al chilometro per un’auto standard, mentre sull’A4 costa è di fatto la metà, cioè 0,075 euro. Una cifra, dicono, troppo alta per chi vive e lavora nel territorio e avrà conseguenze dirette sul bilancio dell’autostrada.
Pedemontana lombarda: costi esagerati e pedaggi troppo alti
«L’iter di costruzione delle tratte B2 e C continua a subire ritardi significativi – hanno aggiunto – Questi ritardi, come spesso accade per le grandi opere di questo tipo, comporteranno molto probabilmente un incremento dei costi complessivi, andando ad aggravare ulteriormente il bilancio economico dell’intero progetto» che è interamente fondato sul rientro degli enormi costi di costruzione (52 milioni per ogni chilometro, è stato il calcolo della Corte dei conti la scorsa estate) attraverso i pedaggi. Secondo il centrosinistra «tutto ciò solleva interrogativi sempre più fondati sulla reale adeguatezza dell’opera dal punto di vista economico, laddove è invece indubitabile l’irreparabile danno ambientale che si abbatterebbe sull’intera Provincia».
Quanto basta al consigliere Francesco Facciuto per dire che «sul fronte economico-finanziario la situazione non è rassicurante. L’attuale governo di Regione Lombardia non è intenzionato a rivedere il piano tariffario: i pedaggi risulteranno estremamente onerosi, al punto da renderne l’utilizzo insostenibile per la stragrande maggioranza dei cittadini», mentre per Vincenzo Di Paolo «un sistema tariffario così sbilanciato potrebbe sulla carta, come sostengono i promotori dell’opera, garantire un rientro dell’investimento e il ripianamento delle perdite accumulate», ma «nella realtà, si produrranno effetti opposti: un calo nell’utilizzo dell’infrastruttura, un ulteriore aggravio dei conti pubblici regionali e un indebitamento crescente che, alla fine, ricade sempre sui cittadini lombardi».
Pedemontana lombarda e il nodo bonifiche per la diossina
E poi c’è il problema diossina nelle aree dell’ex Icmesa, il disastro del 1976, dove le analisi dei campioni di terreno hanno imposto scavi di bonifica più profondi: «La presenza di diossina nei terreni tra Seveso, Meda e Cesano Maderno – dichiara il consigliere provinciale Giorgio Garofalo, peraltro consigliere comunale a Seveso – è un dato di fatto. Arpa Lombardia ha certificato che due lotti su tre non possono essere convalidati, confermando la necessità di proseguire le operazioni di scavo e bonifica su quei terreni. Questa situazione, pur non inattesa, conferma le nostre preoccupazioni e rafforza la nostra richiesta di massima trasparenza e di una comunicazione puntuale alla cittadinanza». La società nei giorni scorsi ha riferito che «era stato anche specificato come il costo della bonifica potesse variare da un minimo di 10 milioni di euro a un massimo di 16, proprio per affrontare interventi supplementari e ulteriori fasi di scavo» e che «la bonifica sta procedendo come da programma. Alcune aree sorgente hanno raggiunto gli obiettivi di bonifica, altre solo parzialmente e altre ancora non hanno raggiunto gli obiettivi. Si procederà quindi con gli scavi, di 20 centimetri in 20 centimetri, fino al raggiungimento degli obiettivi richiesti».
Per il sindaco di Agrate Brianza Simone Sironi, a sua volta consigliere provinciale, «risulta sempre più urgente avviare una riflessione seria e trasparente sul futuro di Pedemontana, che oggi rischia di trasformarsi in un fardello economico, ambientale e sociale per le comunità locali e per l’intera Regione. Resta inoltre ancora incerto l’esito del procedimento sulla variante Tratta D-Breve, soprattutto a fronte delle gravissime criticità messe a fuoco dalle amministrazioni locali e dai comitati cittadini».
