Intervento chirurgico durato più di 10 ore all’ospedale di Vimercate per asportare un tumore alle vie biliari a una donna di 48 anni. «La paziente è in reparto, si sta alimentando regolarmente, ha valori e parametri nella norma…e un grande sorriso che ci appaga per l’impegno messo in campo da chirurghi, anestesisti, infermieri di sala operatoria» ha detto Christian Cotsoglou, primario della struttura di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Vimercate parlando della signora alla quale era stato diagnosticato, circa un anno fa, un raro tumore delle vie biliari (tumore di Klatskin o tumore della confluenza biliare).
«Dagli esami eseguiti allora era emersa la considerazione che l’intervento chirurgico sarebbe stato rischioso rispetto ai benefici che avrebbe potuto ottenere. Di conseguenza – ha raccontato Cotsoglou- la paziente era stata indirizzata e sottoposta a una combinazione di trattamenti locali e sistemici (chemioterapia e radioterapia) volti a “tenere a bada” per quanto più tempo possibile la malattia, senza la possibilità di raggiungere una completa remissione che solo l’aggiunta dell’intervento chirurgico avrebbe potuto rendere possibile».
Poi l’arrivo a Vimercate dove si rivaluta la fattibilità dell’intervento volto alla completa asportazione del tumore. La paziente è stata sottoposta ad un intervento esplorativo che ha confermato la fattibilità della procedura e il tumore è stato completamente asportato assieme ad una porzione del fegato ed al lobo caudato (segmento anatomicamente autonomo che avvolge la vena cava).
«Poi – ha aggiunto Cotsoglou – è stata eseguita una complessa e delicata ricostruzione tra la via biliare e l’intestino per poter permettere il corretto funzionamento del fegato (tutorata da un drenaggio a ponte) e la ripresa di una normale alimentazione e digestione da parte della signora. Dopo 48 ore trascorse sotto stretto monitoraggio nel reparto di Terapia Intensiva, è tornata nell’Unità di degenza dove era ricoverata prima dell’intervento».
Attualmente gode di buone condizioni generali e sta intraprendendo il lungo percorso di svezzamento dalla procedura chirurgica, che caratterizza questo tipo di interventi. «Il fatto è che a Vimercate è utilizzata da tempo, con il supporto di una strumentazione tecnologica basata sulla diagnostica per immagini, la metodica della ricostruzione tridimensionale, nella fattispecie, dell’anatomia sovvertita dalla presenza del tumore – ha spiegato Il primario della Chirurgia-. È una ricostruzione che è perfettamente sovrapponibile alla realtà dell’organo e dei tessuti contigui su cui si deve intervenire. Così è stato nel nostro caso e abbiamo potuto procedere con l’intervento».