Un confronto continuo tra persone con disabilità, famiglie, operatori, enti e volontari. Così è nato, ed è cresciuto, in Brianza il “paese diffuso” di Tiki Taka, una nuova cultura dell’abitare, dove la vera dimora è l’autonomia, desiderata e attuata, tra casa e territorio. Un modo di “fare casa” che è divenuto risorsa per la comunità. Dai 6 percorsi attivati tre anni fa, con sei persone con disabilità in tre diverse tipologie di abitare, oggi il percorso di housing sociale ha coinvolto 100 persone con disabilità e 30 famiglie. Un traguardo importante, che rivoluziona il concetto di inclusione e soprattutto mostra la necessità sempre più evidente, anche in chiave “dopo di noi”, di costruire percorsi di autonomia e autodeterminazione condivisi.
LE TESTIMONIANZE
Perché l’esigenza è quella di dare risposte con nuove modalità e di farlo sulla base di esperienze condivise, dove gli operatori si affiancano alle famiglie e magari progettano insieme nuove forme di abitare più vicine alle esigenze delle persone con disabilità, desiderose di vivere esperienze di vita quotidiana e sociale creando nuove situazioni di interdipendenza e facendo esperienza di un futuro possibile. Insomma mettere in campo risorse per il diritto di emanciparsi, qualunque sia la fragilità, e per vivere una casa dove ospitare amici, parenti e innamorati.
Il lavoro di rete è stato alla base del percorso attivato, portato avanti inizialmente nell’Ambito di Monza e di Desio per poi allargarsi a tutta la provincia, con circa 30 soggetti coinvolti, grazie alla collaborazione con la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza che oggi è principale ente garante. Oggi nella provincia sono presenti: Casa Stefania (Lissone), Ricomincio da 3 (Monza), Casa di Giada (Desio), Vicini di casa (Desio), Nottetempo (Lissone), Casa in Rosa (Monza), Abito Casa Mia (Cesano Maderno), Uroburo (Monza), Amici della Speranza (Villasanta), Casa Campanella (Bovisio Masciago), progetto casa (Cesano Maderno) e, collegate alla rete, Casa Nostra (Giussano), Abitare la Comunità (Arcore). Ognuna diversa dall’altra e testimoni di diversi modelli di abitare, tanto che oggi TikiTaka non è più un progetto ma una rete provinciale basata sul lavoro trasversale di diversi soggetti in connessione tra loro grazie anche a 6 tavoli provinciali attivi su abitare, lavoro, sport, comunità, fragilità, cultura.