Negozi in fuga dal centro di Monza: sempre più serrande chiuse e vetrine vuote

L’elenco dei negozi chiusi o sfitti nel centro di Monza si allunga un passo dopo l’altro. Ospitavano edicole, negozi di abbigliamento, bar: ora le serrande sono abbassate, le grate sono chiuse, le vetrine sono sporche e impolverate. Ecco cosa sta cambiando.
Monza, negozi chiusi via Don Bosco
Monza, negozi chiusi via Don Bosco Fabrizio Radaelli

Solo in via Carlo Alberto se ne contano sette. Ce n’è un altro all’altezza del ponte dei Leoni. Due fila verso la metà di via Carlo Porta. Altrettanti in via Lambro. L’elenco dei negozi chiusi o sfitti nel centro di Monza si allunga un passo dopo l’altro.

Via Italia ne conta almeno uno, e quattro si trovano in via Pavoni. Altri due in via Sempione, nella zona pedonale. Ospitavano edicole, negozi di abbigliamento, bar. Ora le serrande sono abbassate, le grate sono chiuse, le vetrine sono sporche e impolverate. Il commercio al dettaglio non sembra godere di ottima salute, nemmeno nelle vie che sono definite per antonomasia quelle dello shopping. La crisi. Un nuovo modo di spendere il denaro.


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I consumi che sono cambiati chi ha cessato l’attività. Gli affitti dei locali che in centro non si abbassano e che nemmeno in periferia sono poi così abbordabili. Basta dare un’occhiata agli annunci in un qualsiasi portale immobiliare: 650 euro per 45 metri quadri in via Lecco, 700 per 55 metri quadrati a San Biagio. E sono i prezzi più bassi. 1.200 per uno spazio in via Bergamo, 1.250 per uno nei pressi del tribunale. E poi via, verso costi sempre più difficilmente sostenibili. Tanti i negozi storici che negli ultimi tempi hanno cessato la propria attività: l’edicola di via Carlo Alberto, il negozio dello stilista Lorenzo Riva, quello di calzature Capra di via Italia. Uno dei ristoranti di piazza San Paolo.

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Sempre di più, invece, i brand multinazionali che hanno fatto la loro comparsa: di vestiti, borse, cosmetici low cost. Di biancheria e oggetti per la casa. Il volto del centro storico sta cambiando. Secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza le imprese di commercio al dettaglio attive in città al 31 dicembre 2015 erano 818, in calo dello -0,2% rispetto all’anno precedente. 31 le nuove attività registrate nel 2015 e 55, invece, quelle cessate non d’ufficio.

L’Unione commercianti di Monza e circondario si sta dando da fare per contrastare questa tendenza. «Abbassare il costo degli affitti – commenta il segretario dell’associazione Alessandro Fede Pellone – è uno dei nostri grandi obiettivi. In collaborazione con Regione Lombardia, poi, stiamo cercando sempre più di diffondere lo strumento del franchising. Ma, attenzione: non un franchising che porti in città grandi marchi, ma che cerchi di promuovere un nuovo tipo di imprenditorialità».

L’intenzione dell’associazione è quella di favorire i “piccoli” imprenditori, in grado di far conoscere prodotti di nicchia.
«Si sta lavorando molto anche sul brand cittadino – ha aggiunto – promuovendo convenzioni il pagamento del parcheggio e istituendo diversi momenti di aggregazione, dall’apertura dei negozi il giovedì sera all’organizzazione delle notti bianche in estate».