Monza, come sta cambiando il commercio: il centro storico è in franchising

Il centro di Monza sta cambiando volto: catene in franchising stanno occupando gli spazi commerciali lasciati da negozi storici. Sullo sfondo anche il costo degli affitti. Confcommercio locale ha aperto uno sportello per mettere in comunicazione grandi aziende e commercianti. E aiutare i più “piccoli” a diventare 2.0.
Monza, via Italia e i suoi negozi
Monza, via Italia e i suoi negozi Fabrizio Radaelli

A Monza grandi pannelli neri e bianchi annunciano l’opening soon di Kiko, colosso della cosmetica low cost proprio davanti all’arengario. La scorsa settimana invece negli spazi che furono la sede della tessitura Frette e dell’omonimo negozio di biancheria per la casa ha inaugurato l’ennesimo negozio di vestiti e accessori a prezzi contenuti che arriva a Monza dopo aver aperto mega store a Vertemate, Lecco, Castelletto Ticino, Vignate e Montano Lucino.

Anche l’insegna dello stilista monzese Lorenzo Riva in via Carlo Alberto ha lasciato il posto a un monomarca di casalinghi già presente in tutti i centri commerciali del circondario e lo storico ottico Redaelli ha chiuso i battenti e sulle vetrine si annuncia l’arrivo del franchising “L’occhiale”.

Sono quattro casi che raccontano di un centro storico che sta rapidamente cambiando volto. I negozi aprono e chiudono a un ritmo vertiginoso, gli storici che resistono sono pochi, mentre le vie Italia, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele , la “T” dello shopping cittadino, assomigliano sempre meno ad un “Centro commerciale naturale” – come amano definirlo all’Unione Commercianti e sempre più ad un centro commerciale “tout court”.

Del resto basta fare due passi per vetrine per rendersi conto che se una volta passeggiare per Monza significava trovare tante piccole realtà uniche che valevano un viaggio in città, adesso i monomarca in franchising o gestiti direttamente dalle aziende sono la maggioranza.

Biancheria e calze, cosmetici e profumi, borse e oggetti per la casa , valige o bijoux. Di qualunque cosa abbiamo bisogno potremmo andare a Monza o a Ferrara, a Milano o a Brescia, a Firenze o in una galleria commerciale e troveremmo esattamente gli stessi prodotti, in spazi arredati tutti con lo stesso format, esposti in vetrine tutte uguali.

Solo prendendo in esame via Italia i pochi nomi storici sono i soliti: i vini Meregalli, la Casa del Formaggio (che è anche uno dei rarissimi alimentari delle vie pedonali), l’ortopedica Carnelli che è stato insignito del riconoscimento di “Negozio storico”, ma ha cambiato totalmente il look, la libreria “Libri&Libri”, il concept store di Tea Rose, un paio di boutique di abiti da uomo e da donna, bar e gelaterie, un ciabattino, un paio di negozi di scarpe, qualche gioielleria e un ottico.

E si potrebbe fare lo stesso censimento in via Vittorio Emanuele o in via Carlo Alberto mettendo in fila i monomarca nazionali e internazionali e i nomi “locali” per scoprire che i commercianti monzesi stanno sparendo dalle vie pedonali.

La colpa resta da imputare agli affitti record richiesti per pochi metri quadri nelle vie dello struscio monzese? Certamente sì. «Resistono i proprietari dei negozi- spiegano i commercianti- o chi è riuscito ad avere un contratto di affitto accettabile».
Però – secondo Camera di commercio – c’è anche una scelta precisa di aprire un negozio in franchising perché per chi si affaccia al mondo del commercio oggi è più semplice affidarsi ad una grande azienda piuttosto che fare ricerca da solo.

Per trovare le insegne meno inflazionate, le botteghe dove sperare di trovare qualcosa di non omologato, bisogna allontanarsi da piazza Duomo, superare il ponte dei Leoni verso via Lecco, attraversare via Mantegazza verso San Biagio, perdersi nei cortili di via Bergamo. Lì ancora, nonostante l’invasione di enoteche ( o wine bar?) si respira un po’ d’ anima della città.

Intanto in difesa dei commercianti monzesi è scesa proprio la Confcommercio locale. «Possiamo essere al fianco dei nostri commercianti perché sappiano trovare strade nuove – commenta il segretario dell’Unione Alessandro Fede Pellone- Li abbiamo aiutati perché diventino commercianti 2.0 e sappiano approfittare delle nuove frontiere del commercio on line e ora vogliamo trasformare l’interesse delle aziende per Monza per un’opportunità con il franchising».

Per questo ha siglato un accordo con il Comune e ha aperto uno sportello di consulenza per mettere in contatto le grandi aziende che a Monza intendono aprire un negozio e i commercianti locali che vogliono riconvertire le propria attività e possono offrire una buona conoscenza del territorio e della clientela.