RagazzinI lasciatemi lavorare: mi sembra di sentirlo, Lewis Hamilton, mentre si avvia alla vittoria con un distacco tale su Max Verstappen e sul compagno di squadra Bottas da potersi permettere un pit stop di sicurezza. Ora il pilota della Mercedes è a quota 88 gran premi vinti, a soli 3 gran premi dal record di Michael Schumacher.
Un record che non resterà imbattuto, perché le macchine tedesche hanno una superiorità schiacciante su tutto il lotto delle concorrenti: solo la Red Bull motorizzata Honda è un poco meno lontana delle altre, ma la vittoria di Verstappen a Silverstone, nel GP del 70.mo anniversario della formula 1 è arrivata per la prudenza del team tedesco che non voleva ripetere gli incovenienti del GP d’Inghilterra della settimana prima, quando Hamilton aveva vinto arrivando al traguardo con tre ruote mentre Bottas si era dovuto ritirare per lo stesso motivo. Che oltre ai tre di oggi, e alle due monoposto, non ci sia molto dietro lo dice l’impietoso ordine d’arrivo: solo i primi tre hanno concluso a giri pieni, gli altri diciassette sono stati doppiati compreso Charles Leclerc appiedato dalla sua Ferrari per un guasto tecnico.
La Ferrari è incappata nel solito disastro le cui avvisaglie avevano fatto capolino nelle prove libere e nella qualifica. E il peggio è che Sebastian Vettel, che a fine stagione lascerà la Rossa, conquistando il settimo posto ha dimostrato di essere un campione del mondo vero: ha percorso gli ultimi 36 giri della corsa con le gomme soft, cercando di gestirle nel miglior modo possibile.
Ha ceduto la quinta posizione a Stroll e la sesta a Sainz che nel 2021 lo sostituirà in Ferrari ma, questa di Vettel, è stata l’unica impresa degna di qualche emozione del gran premio di Spagna 2020. E’ ormai più che evidente che a Maranello le idee sono confuse, che non si hanno alternative alla mediocrità se non una rivoluzione profonda all’interno della Gestione Sportiva, che il destino della Ferrari in questo momento non è in mano alla Ferrari. John Elkann, presidente, rifletta su questo.