Spariscono dal profilo di vialone Cesare Battisti i palazzoni che per un paio di anni hanno scatenato le proteste dei comitati ambientalisti e dei residenti: il nuovo disegno, l’ennesimo, di riqualificazione dell’ex Feltrificio Scotti non prevede gli edifici alti fino a dieci piani spuntati nella proposta presentata nel 2019 a cui erano stati tagliati un paio di livelli anche in seguito alla petizione promossa dalle tante voci critiche. Lo anticipa l’assessore all’Urbanistica Martina Sassoli in attesa di illustrare nei dettagli il futuro assetto del comparto. «Il nuovo progetto – spiega – non dovrà passare né in consiglio comunale né in giunta in quanto non costituisce una variante, ma una variazione, di quello del 2016. Cambiano i parametri architettonici ed estetici, ma non quelli urbanistici». Sull’area sorgeranno, quindi, palazzine residenziali e spazi per uffici.
La proposta, firmata dall’archistar Mario Cucinella, salva la ciminiera del Feltrificio quale memoria del passato industriale della città ed è stata inviata in Comune dalla società subentrata alla Fondazione De Ponti, che ha mantenuto la proprietà della ex Casa delle Aste, che sarà ceduta in comodato a piazza Trento e Trieste e diventerà la sede della Fondazione musicale Vincenzo Appiani. L’operatore ha già ottenuto il benestare della Sovrintendenza, che ha richiesto il recupero integrale di Villa Azzurra e della Casa delle Aste, e a breve gli uffici del Comune dovrebbero rilasciare i titoli edilizi, primo passo per l’avvio delle operazioni per la riqualificazione del comparto.
È invece già partita, come dimostrano le impalcature montate nei giorni scorsi, la messa in sicurezza dei due edifici storici.
La rivitalizzazione del Feltrificio è legata al piano di rinascita dell’ex Colombo di piazzale Virgilio, adottato a dicembre dal consiglio comunale, che dovrà tornare in aula per l’esame delle osservazioni: i tecnici del municipio, che analizzeranno le istanze, sono in attesa del parere della Provincia che dovrebbe essere depositato entro il 2 febbraio. I proprietari dell’ex Scotti, come contropartita per la costruzione di appartamenti e uffici, dovranno realizzare il teatro della musica da 450 posti incastonato nel parco urbano adiacente al supermercato Iperal che aprirà i battenti al Rondò e porterà per la prima volta a Monza il marchio della catena fondata nel 1986 in Valtellina: la struttura è stata progettata dallo studio Citterio-Viel che ha firmato il recupero della ex Colombo, dismessa da alcuni decenni. Il teatro, inserito nell’area verde di oltre 5.000 metri quadri arricchita da percorsi sportivi, un campetto da pallacanestro, un doppio anfiteatro e un laghetto, soppianterà l’auditorium ipotizzato dal primo piano di rinascita dell’ex Scotti, curato da Michele Faglia nel 2016, mai attuato nonostante la sottoscrizione della convenzione con il Comune e poi rivisitato più volte. La proposta iniziale non ha mai riscosso il favore del centrodestra che, fin da quando era all’opposizione, ha sempre contestato la collocazione dell’auditorium a causa della carenza di parcheggi a disposizione degli spettatori in quanto avrebbe rischiato di intasare le traverse del vialone Battisti.
Monica Bonalumi