Monza, sfratto al Circolo Garibaldi Cent’anni di storia in pericolo

Un secolo di storia che rischia di scomparire. Il Circolo Garibaldi di Monza, storico punto di riferimento per gli anziani del centro, frequentato da giudici, avvocati, colletti bianchi, muratori e pensionati nella pausa pranzo, è sotto sfratto. Lo stabilisce la sentenza emessa dal giudice del tribunale civile di Monza .
Gli spazi sul Lambro del Circolo GaAribaldi di MonzaI
Gli spazi sul Lambro del Circolo GaAribaldi di MonzaI FABRIZIO RADAELLI

Un secolo di storia che rischia di scomparire. Il Circolo Garibaldi di Monza, storico punto di riferimento per gli anziani del centro, frequentato da giudici, avvocati, colletti bianchi, muratori e pensionati nella pausa pranzo, è sotto sfratto.

Lo stabilisce la sentenza emessa dal giudice del tribunale civile di Monza Alesandro Gnani che ha convalidato lo sfratto per finita locazione intimato due anni fa dalla Cooperativa Garibaldi, proprietaria dell’immobile di piazzetta Anita Garibaldi in cui sorge il Circolo (che è a sua volta socio della cooperativa). Fascicolo trasferito ad altro giudice, che ha lasciato per nuovo incarico, e definito praticamente del giro di una giornata.

Una storia, quella del Circolo e della Coop in sé, che parte dagli anni ’10 del secolo scorso. La cooperativa Garibaldi nasce come società di mutuo soccorso (negli anni scorsi trasformata in società cooperativa a responsabilità limitata). Coop edificatrice, con una sorta di “ramo ludico”che ha preso forma proprio col circolo Garibaldi, nato con fini ricreativi, e di mutua assistenza. Indiscussa la sua valenza socale. Ristorazione a prezzi popolari, sala da biliardo, partite a carte. Per gli anziani del centro il ‘Garibaldi’ è più che un punto di riferimento.

La proprietà, però, sembra voglia incrementare la redditività dell’immobile. Ai gestori del Circolo, è stato proposto di continuare l’attività, ma con metà dello spazio a disposizione, e con un ingresso più nascosto, mantenendo però il canone d’affitto annuo invariato, come confermato dal gestore Gianni Zizzi, e dall’avvocato Gabriele Fontana, che segue la vicenda legale. Difficile pensare che l’attività possa sopravvivere, in quelle condizioni. Poche le vie percorribili dal punto di vista legale. L’unica speranza, è che i soci della cooperativa, numerosi quelli che non partecipano alle assemblee, possano spingere la proprietà verso il rinnovo del contratto. Altrimenti addio circolino.