Una «operazione pulizia» necessaria a far quadrare i conti: è quella che, spiega il sindaco di Monza Dario Allevi, la giunta ha attuato per riuscire a chiudere il preventivo 2018. Il taglio delle spese, avviato nel secondo semestre del 2017 per sanare quello che il primo cittadino definisce «non un buco, ma un disavanzo tecnico» ereditato dal centrosinistra, verrà affiancato da centellinamento degli investimenti, aumento dei parcheggi e tassa di soggiorno.
Nel 2018 il Comune avrà a disposizione in totale 718.225.571,18 euro: 94.629.863 garantiti dai tributi, 8.920.803 dai trasferimenti da Stato e Regione, 31.763.130 dalla vendita di beni e servizi oltre che dal recupero dell’evasione, 35.526.108 da finanziamenti da altri enti e dalla cessione di immobili.
Il Comune spenderà 32.888.659 euro per far funzionare il municipio e retribuire i dipendenti, 6.632.053 per garantire la sicurezza, destinerà 13.863.217 euro al settore istruzione, oltre 30 milioni ai servizi sociali, 23.589.546 allo sviluppo sostenibile e alla raccolta dei rifiuti, 8.912.130 ai trasporti e alla mobilità.
Gli investimenti ammonteranno a 47.351.775 euro: «Non presentiamo – commenta il vicesindaco Simone Villa – un libro dei sogni, ma un programma dimensionato sulla nostra possibilità di reperire le risorse».
Nei prossimi mesi saranno accesi mutui per 10.505.000 euro: la priorità, anche sul fronte delle manutenzioni, sarà riservata alla sistemazione delle scuole, degli alloggi comunali e delle strade.
In testa all’elenco delle opere da realizzare la riqualificazione dell’ex Borsa e l’avvio della nuova elementare Citterio all’ex Macello che dovrebbe essere affiancata dal plesso che ospiterà la media Bellani e il biennio del liceo Porta. La sistemazione della media Ardigò dovrebbe assorbire 1.250.000 euro, quelle delle elementari D’Acquisto e Volta 990mila e 500mila euro; i lavori al Nei richiederanno 500mila euro, alla Forti e Liberi 350mila e alla palestra della Elisa Sala 400mila.
«Potenzieremo – assicura l’assessore al Bilancio Rosy Lo Verso – il contrasto all’evasione tributaria, miglioreremo la capacità di riscossione».
All’aumento della tassa di soggiorno, che dovrebbe fruttare 344.000 euro a fronte dei 244.000 previsti per il 2017, si sommerà un ritocco della tassa rifiuti attorno all’1% medio. L’Imu dovrebbe portare nelle casse del Comune 36.616459 euro, la Tari 19.483.241 euro, la Tasi 280.000 e l’addizionale Irpef 17.434.000 euro: l’esenzione, mantenuta sui redditi fino a 18.000 euro, dovrebbe interessare oltre 32.000 monzesi.
L’uscita da enti e consorzi, ad esclusione di Anci e Parco Media Valle del Lambro, comporterà un risparmio di circa 180.000 euro.
Le reazioni. «È un bilancio di una piattezza assoluta»: Roberto Scanagatti stronca senza appello il documento contabile del centrodestra. «Come accade quando una giunta presenta il primo preventivo – incalza l’ex sindaco – ci aspettavamo di intravedere gli obiettivi che conta di raggiungere nel corso del quinquennio mentre ci troviamo di fronte a un copia e incolla, con qualche taglio, dei nostri atti».
Il bilancio, aggiunge l’esponente del Pd, serve a caratterizzare l’operato di un’amministrazione ma dai capitoli illustrati lunedì al consiglio comunale non emergerebbe nulla: «Ci chiediamo – commenta – dove sono gli investimenti sulla sicurezza e le riqualificazioni che Dario Allevi e i suoi assessori hanno promesso in campagna elettorale e cercheremo di capire come pagheranno gli straordinari degli agenti della Polizia locale impegnati nei pattugliamenti e l’acquisto di spray urticanti. In compenso non vediamo nulla per quanto riguarda la cultura».
Scanagatti è critico anche sull’uscita di Monza da enti quali il centro studi Pim: «In questo modo – taglia corto – la città rischia di isolarsi».
Il dibattito in aula proseguirà per un paio di settimane: i consiglieri di opposizione che nei prossimi giorni analizzeranno le cifre, intanto, abbozzano le prime impressioni.
«Il centrodestra – commenta Paolo Piffer di Civicamente – ha confermato in toto le politiche della passata giunta: nonostante quanto ha annunciato in campagna elettorale ha aumentato la tassa di soggiorno e ritoccato quella sui rifiuti».
È sulla stessa lunghezza d’onda Danilo Sindoni del Movimento 5 Stelle: «Ci attendevamo – dice – maggiori tagli invece ci troviamo di fronte a un ritocco delle tariffe».