Monza: nelle cantine del Carrobiolo c’è un eremo dove trovare il silenzio

Uno spazio di silenzio e solitudine nel centro di Monza: è l'eremo sotto il convento del Carrobiolo.
Monza eremo Carrobiolo Fabrizio Radaelli

Nelle cantine del convento del Carrobiolo, a Monza, la comunità dei barnabiti ha deciso di creare un eremo in città. Si tratta di uno spazio di solitudine e preghiera, un angolo nascosto dal rumore e dalla frenesia, dove rifugiarsi per trovare un angolo di silenzio.

Ideatore del progetto è padre Davide Brasca che ha dato vita al progetto con il confratello padre Roberto Cagliani.

Eremo del Carrobiolo: dov’è

«Fino al 2017 lo spazio dove ora si trova l’eremo era occupato dalle cantine dove si imbottigliava il vino – racconta padre Brasca – Poiché il pavimento era in pendenza per permettere lo scolo del pozzo perdente abbiamo dovuto colmare il dislivello con la ghiaia».

All’eremo si accede dall’esterno del convento oppure dalla biblioteca del Carrobiolo. Per ora è un luogo ancora sconosciuto ai più. Lo frequentano soprattutto i gruppi di preghiera e gli scout, «ma l’idea è che si apra in particolare ad accogliere il desiderio di solitudine e silenzio dei singoli – continua padre Brasca – Non è una chiesa, è un luogo diverso. Di chiese, soprattutto in centro a Monza, ce ne sono tante, sono aperte direttamente sulla strada, basta aprire la porta ed entrare. Qui invece siamo sottoterra, ci si deve andare intenzionalmente, uno spazio destinato alla preghiera esattamente come la chiesa, ma con un carattere differente: sobrio ed essenziale».

L’eremo del Carrobiolo a Monza – foto Radaelli

Eremo del Carrobiolo: il roveto in rame

Ad accogliere i fedeli c’è il grande roveto in rame smaltato che decora le porte dell’eremo, realizzato dalle suore preziosine e donato ai barnabiti del Carrobiolo.
«Abbiamo scelto l’immagine del roveto ardente perché indica il luogo dove si va per cercare Dio, per mettersi in ascolto nel silenzio».

L’eremo del Carrobiolo a Monza – foto Radaelli

Eremo del Carrobiolo: gli spazi

Dentro poche sedie e panche, un tappeto al centro del pavimento ricoperto con assi di legno e un altare mobile, anch’esso realizzato con assi di legno grezzo.

Intorno all’eremo sono stati allestiti alcuni spazi per la condivisione e il refettorio, per accogliere al meglio i piccoli gruppi. Il progetto di riqualificazione di quell’area ha coinvolto anche gli spazi un tempo occupati dalla sede del coro Fiocco Rosso, che oggi sono diventati stanze per ospitare in povertà e sobrietà una decina di pellegrini.