Passione, dedizione e una straordinaria sensibilità. Così è stata ricordata Maria Organtini in occasione nell’ultimo saluto a lei tributato nel primo pomeriggio di martedì 23 dicembre nella chiesa parrocchiale di Cristo Re, a poche centinaia di metri da dove abitava e dove, da sempre aveva la sede la sua creatura più cara: il Cenacolo dei poeti e degli artisti di Monza e Brianza. Originaria di Roma, Maria Organtini , giornalista, scrittrice, pittrice e poetessa ha voluto dare voce all’arte in una città che l’aveva adottata e accolta.
Monza, il funerale nella chiesa di Cristo Re e il grazie della comunità all’omelia
Per questo don Giuliano, durante l’omelia ha voluto ribadire il “Grazie” della comunità intera rappresentata da molti esponenti delle associazioni culturali monzese con le quali Maria Organtini ha spesso collaborato. Classe ’42, Maria Organtini arrivò a Monza circa 50 anni fa, nel 1981 fonda il Cenacolo dei Poeti e artisti di Monza e Brianza con il quale ha organizzato quattordici edizioni del premio internazionale di poesia “Città di Monza”, è stata anche promotrice della rassegna Letterarte con il Gaam, il gruppo delle associazioni artistiche monzesi di cui è stata anche presidente.
Monza, un testimone pesante raccolto da Francesco Di Ruggiero
Una figura importante per Monza “Capace di tessere reti di amicizia ad ogni latitudine” come ha ricordato Francesco Di Ruggiero che ha raccolto il testimone come guida del Cenacolo nel luglio scorso. Un passaggio di testimone “sofferto”, ma necessario per portare avanti ciò che Maria Organtini aveva creato con tanta passione. E in un silenzioso accordo, in tanti, durante le esequie della Presidente del Cenacolo, si sono ripromessi di portare avanti ciò che Lei aveva creato.
L’ultimo saluto non poteva che essere una poesia, una sua poesia dedicata al Natale: “Siamo immersi in realtà/lontane da acquisire/ in questo Santo Natale/dove la gioia e il dolore/ si mescolano, si confondono/. Dal portale della Chiesa/una luce mi attrae, chiama, rischiara, come lanterna/accesa, nella notte buia./ Varco la soglia e Tu mi accogli!/ L’angolo d’ombra si dilata nel tempo della preghiera/ e la mia anima si libera/nel segno della speranza”.