Monza li ha salvati: gli ex beagle da laboratorio Richard, Lillo e Lupin cercano una casa

Richard, Lillo e Lupin: tre beagle che hanno dovuto imparare a fare tutto. A loro essere cani, e comportarsi da cani, è stato insegnato al canile di Monza dopo un inizio di vita in laboratori di sperimentazione. E ora cercano casa (con persone esperte e volenterose).
Richard, Lillo e Lupin, 3 anni, cercano casa
Richard, Lillo e Lupin, 3 anni, cercano casa

Richard, Lillo e Lupin: tre cuccioli che hanno dovuto imparare a fare tutto. Hanno dovuto acquisire quello che dovrebbe in realtà essere il comportamento più naturale, quello più istintivo. A loro essere cani, e comportarsi da cani, è stato insegnato.

Hanno imparato a farsi scaldare dalla luce del sole e a sentire il solletico dell’erba sotto le zampe. Hanno imparato a fidarsi dell’uomo. E ora cercano casa.
«Richard, Lillo e Lupin sono gli ultimi rimasti della ventina di beagle arrivati in canile lo scorso ottobre – spiega Giorgio Riva, presidente di Enpa Monza e Brianza – Provenivano da una struttura del sud Italia, dove erano stati portati per valutare gli effetti dei vaccini sperimentali che erano stati inoculati loro da un’azienda farmaceutica europea».

Ma la loro storia inizia più lontano, in Spagna, e forse in maniera ancora più triste, in uno dei centri che alleva i beagle con il preciso scopo di venderli ai laboratori di sperimentazione.

«Una sorta di fabbrica di cani – prosegue Riva – sul genere di Green Hill: bisogna ricordare, purtroppo, che a livello comunitario l’approvazione e la messa in commercio di alcuni farmaci continui a richiedere la sperimentazione animale. La nostra battaglia contro queste normative dura già da tempo».
I beagle hanno vissuto per anni in una ambiente privo di tutto, dagli stimoli al contatto con il mondo esterno: sono arrivati all’Enpa di Monza grazie a una delicata trattativa che ha coinvolto l’azienda farmaceutica estera e il ministero della Salute.

«Si tratta di cani di tre anni circa con un’esperienza di vita assimilabile a quella di un cucciolo di sei mesi – specifica il presidente – Hanno dovuto seguire un intenso programma di recupero quotidiano messo a punto dalle nostre educatrici cinefile e da volontari con la giusta preparazione. Non tutti hanno risposto agli stimoli e hanno imparato a stare al mondo con la stessa facilità, negli stessi tempi».

Quelli che hanno reagito rapidamente hanno presto trovato una nuova famiglia, altri, come Richard, Lillo e Lupin, hanno avuto bisogno di più tempo: per loro si cercano persone che abbiano già avuto esperienza con altri cani e che desiderino intraprendere un percorso che li porti a relazionarsi spesso con le educatrici.

«Ora si trovano in un’area appartata del canile – conclude Riva – Se nessuno li dovesse adottare, a ottobre, quando, spero, saranno finiti i lavori nel canile di Concorezzo, saranno trasferiti lì, nel centro riabilitativo per cani usciti dai laboratori».