Monza: la Croce rossa consegna “l’abbraccio” di un figlio al padre dal Messico al San Gerardo

La Croce rossa è riuscita a fare avere il saluto e “l’abbraccio” digitale di un monzese che vive in Messico al padre, ricoverato al San Gerardo per Covid-19. Ecco la loro storia.
La centrale operativa della Croce rossa
La centrale operativa della Croce rossa Fabrizio Radaelli

La Croce rossa di Monza si mobilita per un soccorso intercontinentale: dal Messico alla Brianza. La richiesta di aiuto è arrivata dal Messico, dove vive il monzese Edoardo Papini, Paese dal quale non rientra in Italia da alcuni anni. Ma il padre nei giorni scorsi è stato ricoverato in terapia intensiva al San Gerardo: allora Papini ha contattato la Cri per cercare di entrare in contatto con il genitore. E la Croce rossa ci è riuscita.

“Mio papà è stato portato via da casa in ambulanza dai soccorritori bardati da capo a piedi – ha scritto dal Messico – Da giorni aveva la febbre e la tosse. Ho paura di non rivederlo mai più. Lo hanno trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza. Ditegli che gli voglio tanto bene”.

Non è stato facile, spiegano i soccorritori: l’uomo è stato inizialmente messo in uno dei reparti più protetti per l’emergenza. Gli altri familiari monzesi, la madre e il fratello, sono in isolamento domiciliare. L’ispettrice delle infermiere volontarie Mariella Cociani si è organizzata prima di tutto per ottenere informazioni sistematiche da fornire ai familiari, anche al di là dell’oceano, pur non potendo raggiungere il padre. “A quel punto l’idea di utilizzare la tecnologia e di far giungere quel bacio attraverso un tablet. Edoardo ha realizzato un video intenso e commovente che ha inviato” alla Croce rossa e “lo stesso hanno fatto Giulio e la mamma certi che il papà e il marito vedendoli avrebbe tirato fuori quella grinta da leone che gli avrebbe dato la forza anche per superare quella prova”.

Nel frattempo l’uomo è migliorato ed è stato trasferito in un reparto a minore intensità. “A poche ore dal trasferimento la Crocerossina Mariella Cociani si è recata al San Gerardo e ha consegnato il tablet al medico che lo ha mostrato al paziente. Profonda la commozione dell’uomo nel vedere il volto dei suoi cari e soprattutto il saluto Edoardo che dal Messico lo abbracciava e lo incitava”.

“È il regalo più bello che potessi ricevere – ha poi detto il figlio Edoardo – . Sapere che mio messaggio, quello di mio fratello e di mia mamma gli è arrivato e lo ha visto mi hanno rincuorato dopo notti insonni e momenti di profonda angoscia. Non è facile dire ti voglio bene o esprimere i propri sentimenti. Pensiamo sempre di avere il tempo e l’occasione per farlo; ma il Coronavirus ci ha insegnato che non è così”.