Monza: il basket Usa lo voleva, lui ha scelto di tornare per l’esame di maturità (e ha preso 100)

Niccoò Giulietti,18 anni di Monza, ha frequentato il quarto anno del liceo negli Stati Uniti ed è entrato nella squadra di basket. Quando i College si sono interessati ha scelto di tornare in Italia per diplomarsi.
Monza Niccolò Giulietti
Monza Niccolò Giulietti Fabrizio Radaelli

Rinunciare alla possibilità di frequentare un college americano per tornare in Italia e sostenere l’esame di maturità. Non è una scelta da tutti, ma Niccolò Giulietti ha avuto il coraggio di prendere la decisione. Il giovane, ormai maturo studente del quinto anno al liceo sportivo del collegio Villoresi San Giuseppe, ha colto l’occasione, lo scorso anno, di frequentare il quarto anno in America conseguendo importanti risultati, tanto che ha ricevuto diverse proposte per i college americani grazie al suo talento nel basket.

Proposte interessanti che ha rifiutato. Scelta difficile che però lo ha ben ripagato, ha affrontato l’esame di Stato conseguendo la votazione di 100 centesimi.

«Sono soddisfatto, l’esame è andato molto bene – racconta Niccolò – anche in questa situazione particolare sono riuscito a prepararmi. Sono stati due anni impegnativi, in cui sono cresciuto e ho realizzato un sogno. Quando si è presentata l’opportunità di frequentare un anno all’estero mi sono subito interessato a una scuola in America, in cui ci fosse anche la possibilità di giocare a basket, e la Murrieta Valley High School in California era perfetta».

Ancor prima di partire il giovane atleta si era messo in contatto con i coach americani per avere informazioni sulla possibilità di entrare nel team.

«Il mio coach Brian Wethers era la persona che sognavo d’incontrare – continua – molto simile al protagonista del film “Coach Carter” che ho sempre ammirato. Non solo mi ha aiutato in campo ma ci ha insegnato a dare il 100% nella vita in generale, un uomo unico, non solo un grande atleta che ha giocato anche in Nba, ma una grande persona. Ancora oggi siamo in contatto: è il mio mentore». Selezionato nei draft della National basket league, l’allenatore aveva poi avuto una carriera anche all’estero.

L’esperienza oltreoceano è stata importante per Niccolò perché ha imparato a essere indipendente, autonomo e contare su se stesso.
«Ero ospite in famiglia, ma ne ho cambiate tre per trovare quella che davvero aveva voglia di occuparsi di me – prosegue lo studente – Cambiamenti che mi hanno forgiato in senso positivo. A scuola invece non ho avuto difficoltà, i primi giorni mi guardavano tutti perché ero la “novità” e poi giravo per la scuola con la mappa delle aule per non perdermi: per fortuna mi hanno scelto subito nella squadra di basket e così è stato facile fare amicizia. Tutti sono fissati con la cultura italiana, il nostro cibo le nostre abitudini, mi hanno fatto molte domande, sono affascinati e sperano di poter visitare il nostro Paese».

Un’esperienza di vita unica per un ragazzo di soli 17 anni. Stare lontano dalla famiglia non è stato facile ma la routine ha avuto la meglio: sveglia alle 5, allenamenti dalle 6 alle 8, scuola, e pomeriggio altri allenamenti.

«Volevo diplomarmi, per questo sono tornato – conclude Niccolò – Non voglio abbandonare il basket, il mio sogno è giocare in una squadra di serie A, il massimo sarebbe l’Olimpia Milano:ora continuo anche gli studi, giocando nell’Urania Milano. In questi anni ho fatto dei sacrifici, tra scuola e sport, ma ho imparato a non mollare mai, non abbattermi, credo che tutti abbiamo diritto a inseguire i proprio sogni, io continuerò a inseguire il mio».