Scaduto, poi scaduto, poi scaduto. Ma dato che nulla è cambiato, il Comune di Monza è costretto a scendere a patti con la proprietà per non assistere allo sfratto della Guardia di finanza. Anche in senso tecnico: si chiama “patto di non esecuzione di sfratto per finita locazione” l’atto che la giunta Scanagatti sta cercando di firmare con la proprietà di villa Crivelli, in via Manzoni 5. Si tratta della società Favilla srl, che nel 2011 ha notificato lo sfratto al gruppo delle Fiamme gialle ricorrendo anche al tribunale.
Da allora nulla è cambiato e i continui rinvii sembrano arrivati al termine: il Comune sta cercando di scendere a patti con la proprietà per evitare che i finanzieri si trovino in mezzo alla strada. Perché, nel frattempo, continua a mancare (e mancherà) una sede alternativa, quella che doveva essere costruita nel polo istituzionale dell’ex IV novembre, dalle parti dei nuovi uffici della Provincia di Monza e Brianza. Nel 2011 appunto lo sfratto per finita locazione (che in realtà era finita a luglio del 2005) e la citazione in tribunale per la convalida nei confronti del Comune (che paga l’affitto) e della Guardia di finanza. Si erano entrambi opposti al provvedimento ma nel 2012 il tribunale aveva confermato le richieste dell’allora Sofimpi spa (oggi Favilla) ratificando la fine del contratto alla data del 31 luglio 2010. Il nuovo termine per la liberazione di villa Crivelli era stato fissato al 10 novembre 2012.
La vicenda si è protratta fino al 4 dicembre 2014, cioè mercoledì, quando era fissata l’esecuzione forzosa, che però non è avvenuta. «Il legale della società proprietaria dell’immobile nelle more delle procedure de quibus – silegge nel legalese della delibera di giunta – ha formulato alle parti una proposta per consentire alla Guardia di finanza di mantenere l’occupazione dell’immobile, in assenza, allo stato attuale, di una destinazione alternativa. Tale proposta prevede la programmazione della riconsegna, oltre che la corresponsione di importi di indennità di occupazione e di risarcimento del danno, per tutta la durata dell’occupazione fino alla data di effettivo rilascio, mediante la sottoscrizione di un patto di non esecuzione tra il Comune di Monza, la Guardia di inanza e la società proprietaria».
Salvo sorprese, dovrebbe essere la strada adottata dalle parti per evitare soluzioni drastiche. Al momento Comune e immobiliare Favilla hanno messo nero su bianco una bozza di patto, anche se qualche dettaglio manca ancora, dal momento che si legge anche «ritenuto necessario definire il contenuto delle obbligazioni in capo all’amministrazione comunale, fino alla data di rilascio dell’immobile da parte della Guardia di finanza», traducibile in una questione di soldi. Per inciso: la trattativa è in ritardo, perché il documento del Comune prende anche atto che « il legale della società proprietaria ha sollecitato più volte l’amministrazione comunale ad assumere posizione in merito alle richieste formulate, comunicando che, in mancanza della sottoscrizione del patto di non esecuzione entro la data del 31 ottobre 2014, non verranno concessi ulteriori rinvii nelle procedure giudiziali pendenti».