Monza, ecodisastro del Lambro Via al processo Lombarda petroli

“La svolta alle indagini è arrivata dall’audizione di un teste che ci ha consegnato una copia della contabilità parallela”. A Monza, a quasi quattro anni dai fatti, è entrato nel vivo il processo per l’ecodisastro della Lombarda Petroli di Villasanta.
Il depuratore Alsi con gli idrocarburi della Lombarda petroli
Il depuratore Alsi con gli idrocarburi della Lombarda petroli Fabrizio Radaelli - archivio

“La svolta alle indagini è arrivata dall’audizione di un teste che ci ha consegnato una copia della contabilità parallela”. A quasi quattro anni dai fatti, è entrato nel vivo il processo per l’ecodisastro della Lombarda Petroli di Villasanta. Lunedì 3 febbraio tra i testimoni ascoltati davanti ai giudici del tribunale di Monza (collegio presieduto dal giudice Anna Letizia Brambilla), c’era anche il comandante del Noe, i carabinieri del nucleo ecologico, il capitano Piero Vincenti.

Guarda il servizio di monzabrianzaTG.

Parlando delle indagini sulle cause dello sversamento di tonnellate di idrocarburi dalle cisterne di Villasanta (veleni che il 23 febbraio 2010 hanno raggiunto tramite collettore fognario il fiume Lambro dopo aver intasato il depuratore di Monza), il miiltare ha detto che “gli accertamenti sono partiti in varie direzioni, compresa quella di una possibile speculazione edilizia sull’area, ma senza dare risultati”.

Poi la comparsa di una “contabilità parallela”, che giustificherebbe il movente fiscale, ossia che il rovesciamento dei veleni fosse stato causato per celare dei presunti ammanchi di carburante non dichiarati al fisco. Accusa negata dagli imputati, a partire dai cugini Rinaldo e Giuseppe Tagliabue, i cui difensori danno battaglia in aula.