Sono cinque i gatti salvati da Monza in uno dei più eclatanti casi di Sindrome di Noè registrati negli ultimi anni, a Brescia. Ha un nome inglese, la sindrome: animal hoarding, accumulo compulsivo di animali, e non è difficile immaginare il collegamento con la Bibbia, per quanto nelle sacre scritture “l’accumulo” avesse una connotazione del tutto positiva e salvifica.
Nel caso della sindrome no: si tratta di persone che compulsivamente accumulano appunto animali e lo fanno mettendoli in schiavitù, di fatto, di solito costretti in un appartamento. Quello che si sono trovati di fronte gli operatori delle guardie zoofile dell’Enpa Brescia la scorsa estate, entrando in una abitazione di 100 metri quadrati con il personale dell’Ats (l’Agenzia territoriale per la salute) e della polizia locale. “Un incubo di urina, feci e spazzatura – scrive l’Enpa monzese – Una realtà sconvolgente, tale che persino gli operatori più esperti sono rimasti scioccati: porte e finestre sigillate da strati di escrementi, un odore insopportabile e un’atmosfera di degrado totale nel pieno del mese di agosto“.
Monza e i gatti salvati dalla Sindrome di Noè: com’è andata

In tutto sono stati 85 i gatti salvati dalla casa: cinque di loro Alfa, Bravo, Charlie, Delta ed Echo, hanno raggiunto il gattile di Monza, dove si trovano ancora. E sono disponibili per l’affido, ma con un avviso: “Adottare un gatto recuperato da una situazione di accumulo compulsivo richiede molta consapevolezza. Questi animali hanno vissuto traumi profondi: privazioni sensoriali, isolamento, stress continuo e condizioni igieniche pessime“, scrive l’Enpa di Monza.
E ancora: “Alfa, Bravo, Charlie, Delta ed Echo sono approdati al gattile di via San Damiano il 30 agosto 2024. Sono tutti maschi, tra i due e i quattro anni, ognuno con il proprio carattere e la propria bellezza unica. Alfa e Charlie, probabilmente fratelli, hanno un morbido mantello grigio chiaro leggermente tigrato e splendidi occhi azzurri, Bravo è bianco e rosso tigrato, con intensi occhi verdi-gialli, Echo, un magnifico micione seal point, ha il pelo color crema e beige con muso, orecchie, zampe e coda color cioccolato fondente e luminosi occhi azzurri e Delta, infine, è il classico europeo tigrato, il più fortunato dal momento che ha già trovato una famiglia che lo ha accolto nella sua casa e nel suo cuore”.
Monza e i gatti salvati dalla Sindrome di Noè: dove sono oggi
I gatti recuperati a Monza condividono “un ampio box, pulitissimo e attrezzato con mobili, tiragraffi, giochi e vista sul giardinetto. Nonostante siano nati in casa, la parte iniziale della loro vita è stata priva delle normali esperienze di socializzazione, e questo li ha resi diffidenti nei confronti delle persone, ma mai aggressivi. Con il tempo, grazie a un percorso di socializzazione in gattile, la curiosità sta prendendo il sopravvento sulla paura e in virtù della loro giovane età amano giocare e impazziscono per le cannette da pesca”.
Monza e i gatti salvati dalla Sindrome di Noè: l’incontro formativo
Per gli operatori dell’Enpa sceglie di accoglierli deve sapere “che l’amore, per quanto fondamentale, non è sufficiente, servono tempo, pazienza e sensibilità per aiutarli a ritrovare fiducia nell’essere umano, a ambientarsi nella nuova casa e adattarsi ai ritmi familiari quotidiani”. Per conoscerli è possibile contattare il gattile di Monza scrivendo ad adozioni.gatti@enpamonza.it. Nei prossimi mesi, ad aprile ma con data da definire, Enpa intende organizzare una serata dedicata al fenomeno dell’animal hoarding. Le relatrici dell’evento saranno Paola Viviani, presidente di Enpa Brescia e Guardia Zoofila, Elena Selvagno, psicologa e volontaria Enpa Monza e Brianza e due volontarie di Enpa Brescia, testimoni dirette del salvataggio, che condivideranno la loro esperienza.