Monza: «Contagiati alle Maldive, “prigionieri” in nove in 30 metri quadrati»

Un commercialista di Monza e la moglie bloccati alla Maldive per essere risultati positivi nonostante i tre vaccini: prima “prigionieri” dell’hotel, poi trasferiti in un appartamento di 30 metri quadri con altre sette persone. “Un incubo”.
La cucina dell’appartamento in cui sono stati alloggiati i monzesi
La cucina dell’appartamento in cui sono stati alloggiati i monzesi

È già una settimana che si trovano “prigionieri” alla Maldive, da alcuni giorni costretti a convivere con altre sette persone in un appartamento di 30 metri quadrati che, spiegano, è a dir poco fatiscente.

E dire che doveva essere una vacanza in un paradiso fatta anche per scrollarsi di dosso due anni così difficili. Ma non è stato così per due monzesi, lui commercialista con studio nel capoluogo, insieme alla moglie. L’unica a essere rientrata in Italia è la figlia, risultata per sua fortuna negativa al test per il Sars Cov-2.

Loro, invece, sono bloccati dal 30 dicembre sull’isola di Maafushi a sud di Male, Maldive, “in quanto risultati positivi al Covid , tramite tampone pcr fattoci in hotel”. “Saluti dal purgatorio” ha scritto al Cittadino dall’isola Giovanni Dosso spiegando che “inutile dire che qualsiasi richiesta di informazioni al Consolato Italiano e all’Ambasciata Italiana a Colombo è caduta nel vuoto. Collegamenti telefonici che si interrompevano, nastri registrati, attese inutili. Nel più classico dei modi che si verificano in queste situazioni”.

La vacanza serena tanto attesa è diventata un incubo, aggiunge il monzese: “Contrariamente da quanto si possa pensare, la quarantena passata qui è durissima. Dal momento in cui ci hanno comunicato che eravamo positivi, ancorché completamente asintomatici e con 3 dosi di vaccino fatte in Italia, non siamo stati considerati più ospiti paganti, ma prigionieri. Chiusi in una camera, senza alcun servizio di pulizia, solo consegna del cibo deciso dall’hotel e consegnato da un addetto fuori dalla nostra porta della camera ogni volta ad orari diversi. Nessuna assistenza, nessuna spiegazione ufficiale, nessun supporto”.

Monza: «Contagiati alle Maldive, “prigionieri” in nove in 30 metri quadrati»
Il pavimento della cucina

Unico sostegno per ora un impiegato dell’hotel che ha dato ai monzesi una mano nelle piccole necessità di ogni giorno. Ma quello che sembrava inizialmente un disagio è riusciuto anche a peggiorare: “Dopo i primi 7 giorni di quarantena, senza alcun preavviso, ci hanno trasferito in un altra struttura con un autoambulanza su cui eravamo in 4. Documenti, soldi ed effetti personali rimasti nella camera dell’Arena Hotel ci è stato possibile recuperarli solo tempo dopo e dopo numerose proteste e sollecitazioni”.

I monzesi sono finiti in un una struttura chiamata Narnja, come il paese immaginario dei romanzi di C.S. Lewis. “Qui siamo in 9, tutti asintomatici, che condividono uno spazio aperto di circa 30 mq. dove mangiamo e cerchiamo di far passare il tempo, e dove abbiamo a disposizione una camera con bagno” scrive ancora il monzese, aggiungendo: “Struttura inutile dire fatiscente e sporca”.

Dal commercialista e dalla sua famiglia un invito ai lettori: “Evitate di partire per le Maldive, qui temo facciano business su questa situazione coi turisti, il dubbio è costante”.

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Il pavimento della cucina