Sono quattro, dei 3.625 censiti in tutta Italia dal Ministero dei Trasporti, i dispositivi di rilevamento di velocità monzesi “registrati”, quindi autorizzati a rilevare velocità e altre infrazioni per emettere eventuali sanzioni agli utenti della strada.
Si tratta degli impianti pubblicati sulla piattaforma digitale del Mit, una sorta di carta di identità con marca, modello, matricola. Attenzione però, sono impianti “autorizzati” ma non ”omologati” e per questo motivo, senza un Decreto attuativo ad hoc, i verbali elevati in caso di infrazione restano impugnabili. La Corte di Cassazione, ad aprile del 2024, ha infatti sentenziato che una sanzione, per essere valida, deve arrivare da un apparecchio omologato e non solo approvato.
Monza: autovelox fermi ai box, la situazione in città
Intanto, secondo un decreto della Motorizzazione, tutti gli strumenti non registrati entro novembre dovrebbero essere spenti. Nel caso quindi si dovesse ricevere una multa da apparecchi non censiti (verificare se l’apparecchio riportato sul verbale sia nell’elenco del Ministero) si potrà chiedere l’annullamento in autotutela o fare ricorso (al Prefetto o al giudice di pace).
Nel dettaglio, tornando agli impianti monzesi registrati, tre sono stati inseriti nel censimento, da comunicazione della Amministrazione comunale avvenuta il 28 novembre.
Si tratta di impianti esclusivamente mobili «tutti con contestazione dell’infrazione immediata», dicono dal Comando della Polizia locale di via Marsala: un “Velocar Aguia”che consente di rilevare la velocità e le infrazioni semaforiche, un “Velomatic”, dotato di fotocellule, utilizzabile su auto di servizio o nei cabinet presenti su alcune strade cittadine, per misurare la velocità in entrambi i sensi di marcia. E ancora, un “Telelaser Trucam”, dispositivo portatile che consente, oltre che di rilevare la velocità di percorrenza fino a 1200 metri di distanza, di accertare – grazie a una fotocamera ad alta risoluzione che registra video e foto, anche di notte grazie a un flash a infrarossi - anche l’eventuale utilizzo del telefono cellulare al volante e il mancato uso delle cinture di sicurezza. Infine c’è un K53800 Speed, autovelox prodotto dalla azienda monzese Projetc Automation spa, comunicato il 28 ottobre (denominazione: Provincia di Monza e Brianza).
Monza: autovelox fermi ai box, «data la questione aperta, non sono stati più utilizzati»
«Data la questione aperta da oltre un anno sulla omologazione, con la pronuncia della Cassazione, – dicono ancora dal Comando di via Marsala – da allora, su decisione del comandante Giovanni Dongiovanni, per non esporsi a contenziosi, i dispositivi dei quali siamo dotati non sono più stati utilizzati». Omologazione che, tra l’altro, si potrebbe rivelare decisamente complessa, su ampia scala, in una produzione in serie, dato che ogni dispositivo è soggetto a specifica calibrazione, spiega ancora la Locale.
Monza: autovelox fermi ai box, il nuovo T-Red in via Boito
Un nuovo T-Red molto più avanzato del precedente è stato installato in via Boito, all’incrocio con viale Battisti. Una collocazione, specifica il Comando, effettuata in base a “valutazioni connesse alla incidentalità”. Si tratta tra l’altro di un impianto che, correlato al “count down” del semaforo giallo, viene incontro agli utenti della strada, permettendo loro di valutare i tempi di impegno dell’incrocio. Gli altri quattro T-Red si trovano in viale Lombardia/Montelungo, via Milano/Arosio, via Lecco/Cantore e Villa Reale.
Monza: autovelox fermi ai box, in Brianza
In Brianza sono numerosi i Comuni, in particolare quelli più grandi, ad avere registrato impianti in dotazione alle Polizia locali, oltre una ventina, in particolare telelaser (Brugherio anche un autovelox).
Solo circa il 25% degli impianti censiti in tutto il Paese è di tipo fisso e oltre tremila sono gestiti da Polizie locali, provinciali e metropolitane (Milano ha 134 autovelox censiti e guida la classifica seguita da Torino e Roma). Quasi 600 sono invece gestiti dalla Polizia Stradale, compresi i Tutor .