Maxisequestro di articoli sanitari e giocattoli pericolosi: indagine della Finanza di Torino anche in Brianza

VIDEO - Un maxisequestro di articoli sanitari pericolosi e giocattoli contenenti piombo. L’indagine nazionale della Guardia di finanza di Torino è arrivata anche in Brianza, a Monza e a Concorezzo. Disarticolata l’intera organizzazione composta da una quindicina di imprenditori, tutti di origine cinese.
Sequestro Guardia di Finanza Gdf Monza Concorezzo
Sequestro Guardia di Finanza Gdf Monza Concorezzo

Un maxisequestro di articoli sanitari pericolosi e giocattoli contenenti piombo. L’indagine nazionale della Guardia di finanza di Torino è arrivata anche in Brianza, a Monza e a Concorezzo: in totale, in tutta Italia, sono stati sequestrati oltre 120mila dispositivi medici e articoli sanitari illegali e quasi 2 milioni di giocattoli pronti per essere immessi sul mercato.


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I Finanzieri della Compagnia di Susa, che hanno condotto le indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino, con i colleghi dei Gruppi Torino, Pronto Impiego del capoluogo piemontese e Monza hanno disarticolato l’intera organizzazione composta da una quindicina di imprenditori, tutti di origine cinese, tutti con l’accusa di frode in commercio.

Tra i prodotti sequestrati: cavigliere, fasce elastiche ortopediche, tutori per arti inferiori, reggiseni per allattamento, tutti articoli sprovvisti di una speciale etichettatura di conformità e della certificazione della qualità del prodotto.

Nel corso dell’attività, i Finanzieri hanno anche scoperto circa 2 milioni di giocattoli potenzialmente pericolosi perché sprovvisti delle norme di sicurezza basilari circa la loro provenienza e composizione. In oltre un migliaio di articoli destinati ai più piccoli sono state trovate tracce di piombo. Altri 320mila prodotti, tra articoli di bigiotteria e per la casa, sono stati sequestrati perchè sprovvisti di etichettatura e di provenienza non nota.

Nei guai 9 distributori e 6 importatori degli articoli illegali denunciati all’Autorità giudiziaria. Rischiano l’arresto fino a due anni. Elevate, inoltre, sanzioni per oltre 100mila euro.