Mascherine U-Mask, stop alla vendita del nuovo modello: «Rischi per la salute»

Il Ministero della Salute ha disposto il “divieto di immissione in commercio e contestuale provvedimento di ritiro dal mercato” delle “U-Mask model 2.1”, la nuova versione delle note mascherine, finite nei mesi scorsi al centro di un’indagine della Procura di Milano per frode nell’esercizio del commercio.
La mascherina U-Mask
La mascherina U-Mask

La direzione generale dei dispositivi medici e del Servizio farmaceutico del ministero della Salute ha emesso, nei confronti della ditta U-Earth Biotech Ltd, un provvedimento di divieto di immissione in commercio e contestuale ritiro dal mercato del dispositivo medico U-Mask model 2.1. Il prodotto era stato registrato dalla società presentando un nuovo fascicolo tecnico, in sostituzione del modello 2.0 che lo scorso 19 febbraio era stato oggetto di analogo provvedimento ministeriale. Il modello 2.1 della mascherina facciale era stata registrato come dispositivo medico di categoria I tipo 2R, motivo per il quale, potenzialmente, poteva essere utilizzato anche all’interno di contesti sanitari per limitare la trasmissione di agenti infettivi fra operatori e pazienti. La decisione del dicastero si fonda sull’articolato esame della documentazione che non dimostra l’effettivo possesso da parte del prodotto dei necessari ed essenziali requisiti tecnici quali la capacità di mantenere inalterate le prestazioni del filtro intercambiabile (refill) fino a 200 ore di utilizzo, la biocompatibilità e la pulizia microbica del prodotto.

Il provvedimento del Dicastero della Salute si muove di pari passo con le risultanze investigative del Nas carabinieri di Trento, svolte con il coordinamento della Procura della Repubblica di Milano. Nel corso delle ultime settimane i militari, partendo proprio dall’esame del nuovo fascicolo tecnico, hanno verificato la filiera produttiva del nuovo modello di mascherina, delocalizzata in diverse aziende del Nord Italia, ciascuna delle quali effettuava parziali lavorazioni del prodotto. È stato accertato che, rispetto al modello precedente, nonostante fosse stato sostituito uno dei tessuti interni del filtro intercambiabile al fine di ottenere migliori performance di filtrazione batterica (BFE), il prodotto non aveva effettivamente superato il test di pulizia microbica (BIO BURDEN), per il quale l’azienda aveva fatto riferimento ad un certificato rilasciato dall’Università di Bologna sul precedente modello di mascherina.

La settimana scorsa, inoltre, nel corso di una perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica di Milano, è stato individuato, nella periferia di Bologna, un magazzino anonimo e non indicato fra le unità produttive dell’azienda, nella disponibilità di un cittadino rumeno, rinvenendo e sequestrando oltre tre tonnellate di merce, per un valore commerciale stimato in 5 milioni di euro, tra cui 50mila confezioni complete di mascherine U-Mask mod. 2 e 2.1, 100mila ricambi e materiale vario per il confezionamento (buste, etichette, sigilli di garanzia).