Fondatore di Radio Play, sempre impegnato per Lissone in politica, nelle associazioni sportive, per l’Unione Commercianti, nella Federmobili, nel Rotary: questo era Franco Monguzzi. Aveva 83 anni ed era una vera istituzione per la città, come ha dimostrato mercoledì la partecipazione alle esequie in chiesa Prepositurale. Tanti amici tra questi anche la banda Santa Cecilia che lo ha omaggiato suonando il “silenzio”.
Lissone, addio a Franco Monguzzi: il ricordo del nipote
Una persona che si è sempre spesa per gli altri su ogni fronte, sempre pronta a intessere nuove relazioni, come ricorda il nipote Domenico: “Voglio ricordarti così, sorridente. Zio Franco. Perché questo è il segreto di una vita bella. Le tue trasmissioni a Radio Play, le mille bobine, i tuoi insegnamenti, la passione per le prospettive disegnate a mano libera, che ancora amo fare. La tua bottega “da legnamée” e l’odore del Bostik. La tua passione per lo sport, i saggi della Pro Lissone ginnastica e i tuoi impianti fonici, l’esperienza del Rotary ed il motto di “Servire al di sopra di ogni interesse personale”. Le tue musiche con la tastiera suonate a orecchio”.
Addio a Franco Monguzzi: il Rotary Club Monza Nord Lissone
Monguzzi è stato uno dei soci fondatori del Rotary Club Monza Nord Lissone, primo presidente e promotore di progetti importanti come la collaborazione per la costruzione del reparto di cardiochirurgia del San Gerardo di Monza o le borse di studio agli alunni meritevoli che ancora oggi si assegnano.
Lissone, addio a Franco Monguzzi: la storia di Radio Play
E poi Radio Play, un sogno che lui trasformò in realtà e che per anni ha trasmesso notizie e informazioni, come ricorda Bruno Arosio, che a metà anni ’80 ne è stato direttore responsabile: “Franco iniziò nella cantina dello stabile del suo negozio (la Domus Arredi, ora dei figli) ricavò un piccolo spazio di una dozzina di metri quadrati, bene insonorizzato: ingresso, sala di registrazione e studio per la diretta. E continuò a divertirsi facendo il dj: per tutti era “Franco Due”. Era meticoloso anche nel preparare la sua trasmissione, benché fosse leggera e mirata alla simpatia. Quando prese corpo la radio, la volle fin da subito impostata nel modo più serio possibile, così venne registrata al Tribunale di Monza come “Quotidiano radiodiffuso”. Monguzzi è sempre stato con i piedi per terra, non fece mai il passo più lungo della gamba, ma era capace di guardare avanti”.