Limbiate, stop alla mensa scolastica per le famiglie morose: pagano 700 utenti su 2.200

Decisione drastica del sindaco di Limbiate: se entro il 30 aprile le famiglie morose non regolarizzeranno il pagamento del servizio, i loro figli non potranno mangiare più alla mensa della scuola. Su 2.200 utenti, pagano solo in 700
Una mensa scolastica
Una mensa scolastica

Se entro il 30 aprile le famiglie morose di Limbiate non regolarizzeranno il pagamento del servizio, i loro figli non potranno mangiare più alla mensa della scuola. È la decisione drastica del sindaco Antonio Romeo, presa di fronte a numeri davvero impressionanti: su 2.200 utenti che hanno richiesto il servizio mensa, non pagano in 1.500 provocando un danno economico alle casse pubbliche di quasi 250mila euro.

«Non possiamo andare avanti così – afferma deciso il primo cittadino – Questa situazione è una sconfitta per tutta la società. Come può crescere un bambino con dei genitori che non pagano quanto dovuto?».

Si potrebbe obiettare che tra loro c’è chi non può permettersi il buono pasto. «Sono ormai dieci anni che combattiamo contro questo fenomeno. Prima di arrivare allo stop al servizio, vi assicuro una decisione sofferta perché i bambini non si toccano, ho mandato centinaia di sms e di avvisi. Credo che siano finiti tutti mestamente nel cestino. Tanto che conseguenze può avere una nota del sindaco? Tanto c’è chi non paga, perché dovrei farlo io? La decisione che prendo oggi di sospendere il servizio vuole cambiare questa mentalità. Chi non se lo può permettere, si presenta in Comune e con la dichiarazione Isee dimostra la sua impossibilità a pagare. Peccato che di questi oltre 1500 morosi non è mai arrivato nessuno in municipio».

Il sindaco conosce a memoria la situazione e confessa 77 casi limite: «Si tratta di non residenti a Limbiate. Persone che non pagano, ma gravano comunque sulla comunità limbiatese». Romeo ora rimane alla finestra. «Spero davvero che questo provvedimento scuota le coscienze. Vedremo cosa accadrà il primo di maggio».

Ossia il giorno dopo la prima scadenza. Secondo quanto previsto dal nuovo regolamento del servizio mensa, entro il 30 aprile dovranno saldare totalmente il debito gli utenti morosi con uno scoperto massimo di 250 euro, chi invece ha sforato questa cifra entro il 30 aprile dovrà aver definito una rateizzazione e categoricamente entro il 30 maggio dovrà chiudere completamente i propri conti col comune.

Prima di arrivare a questa decisione l’amministrazione comunale aveva già adottato un altro provvedimento. Gli utenti morosi pagavano la quota massima per il buono mensa: 5,94 euro. Questo non li aveva fatti tornare sui loro passi, regolarizzando la situazione e saldando i debiti pregressi, ma anzi paradossalmente alla prova dei fatti ha addirittura contribuito ad aumentare il debito portandolo dai 200mila euro di un paio di mesi fa a 250mila euro del 27 marzo scorso, giorno in cui il consiglio comunale ha discusso il nuovo regolamento.

La scelta di non servire il pasto ai bambini ha diviso l’opinione pubblica. Contro la decisione dell’amministrazione comunale si è schierato il centrosinistra. Mentre Daniele Lodola (Limbiate Solidale) ha chiesto di inserire la possibilità di pagare anche on line, Sandro Archetti (Pd) ha sottolineato il fallimento della decisione della giunta, adottata ad inizio anno scolastico, di far pagare la tariffa massima a chi non era in regola con i pagamenti.
«Questa soluzione – dichiara Pietro Cuppari, segretario del Pd – è un fallimento perchè a farne le spese saranno i bambini, assolutamente incolpevoli. I genitori non pagano e il risultato è che loro saranno a scuola a guardare gli altri mangiare». (*ha collaborato Fabio Cavallari)