Lavoro, “La sicurezza è in scena” a Monza: la storia di Flavio attraversato da 20mila volt

Al Villoresi di Monza l'iniziativa di Assolombarda per prevenire gli incidenti sul lavoro
Flavio Frigè sul palco del Villoresi di Monza
Flavio Frigè sul palco del Villoresi di Monza

Parole, parole, parole. Quelle ripetute e vuote che, troppo spesso, vengono utilizzate dopo ogni incidente sul lavoro. Una triste cantilena che, immancabile, sentiremo qualche tempo dopo. In questo caso, invece, le parole sono state «dure» e hanno avuto un senso perché sono state spese «prima» e sono state rivolte soprattutto ai giovani, cioè alle lavoratrici e ai lavoratori di domani. L’obiettivo de «La sicurezza è in scena», iniziativa promossa da Assolombarda, è quello appunto di spiegare cosa ci sia prima di ogni evento tragico. Perché basta un attimo di disattenzione, una norma antinfortunistica non rispettata, per rischiare di perdere la vita.

Lo ha spiegato al Teatro Villoresi di Monza, Flavio Frigè, vittima di un drammatico incidente quando era un giovane apprendista. «Nel 1979 – ha spiegato – avevo 15 anni e mezzo e non mi piaceva andare a scuola. Così ho iniziato a lavorare come apprendista fabbro meccanico in un’azienda artigiana in provincia di Udine». Ma la sicurezza non esiste. «Non ci fornivano – precisa – elmetto e scarpe antinfortunistiche. Io andavo lavorare con le scarpe da ginnastica. Salivo a 10 metri di altezza e non ero legato». Frigè, mentre si trova su un tetto, compie una leggerezza fatale. Solleva una sbarra di ferro e non si accorge che sopra di lui corrono i fili dell’alta tensione.

Al Villoresi “La sicurezza va in scena”: storie di lavoro e di prevenzione

«Successe – ha ricordato – 44 anni fa e mi sembra accaduto ieri. C’era un buio totale, stavo morendo. Il mio corpo è stato attraversato da una scarica di 20mila volt. Sono uno dei pochi sopravvissuti a una scarica di questa potenza». Ma la sua vita non sarà mai più quella di prima: gli applicano protesi alle gambe e al braccio sinistro. «La mia prima vita – ha aggiunto – era finita su quella tettoia». Frigè ora fa parte dell’Associazione Nazionale Italiana tra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro e racconta la sua esperienza ai giovani.

Anche Bruzio Bisignano, già lavoratore metalmeccanico, formatore, ha parlato dell’argomento in maniera franca e diretta. Nello spettacolo «Ocjo», infine, uno strampalato imprenditore non si preoccupa se nella sua azienda «la segatura è come la nebbia». «Durante l’alternanza scuola- lavoro – ha sottolineato rivolgendosi agli studenti Matteo Parravicini, presidente della sede di Monza e Brianza di Assolombarda – dovete essere sempre informati. Se non avete capito qualcosa, non dovete avere remore a fermarvi. La sicurezza è un valore per voi e per l’azienda». Sono intervenuti anche Enrico Roccagliata, prefetto di Monza, e Marta Spinelli, vicepresidente di Assolombarda con delega alla sicurezza. All’iniziativa hanno preso parte gli istituti monzesi E.C.Fo.P., Azienda Speciale di Formazione Paolo Borsa e Olivetti.