Lavoro: Brianza undicesima per numero di donne occupate

Rapporto 2024 dell’Osservatorio del mercato del lavoro: la Brianza è 11° in Italia per numero di donne occupate e 12° per tasso di occupazione femminile.
Rapporto occupazione in Provincia MB
Rapporto occupazione in Provincia MB

La Brianza è all’undicesimo posto tra le province italiane per il numero di donne occupate e al dodicesimo per il tasso di occupazione femminile pari al 65,4%, superato in Lombardia solo da Milano che ha raggiunto il 66,4%. Il tasso di disoccupazione, nel 2024 attestato al 3,6%, è vicino a quello maschile e dal 2020 il divario di genere si è ridotto da 16,5 a 10,8 punti.

Lavoro: Brianza undicesima per numero di donne occupate, impieghi più comuni

Le donne sono impiegate, perlopiù, nella pubblica amministrazione, nella sanità e nei servizi alla persona: il quadro dipinto dal rapporto 2024 dell’Osservatorio del mercato del lavoro presentato lunedì 26 maggio a Monza mette in risalto anche quelli che sono problemi strutturali del sistema: nonostante l’incremento dell’occupazione femminile, con 7.000 donne inserite nel mercato dopo la pandemia di covid-19, l’indice di fertilità continua a scendere a dimostrazione che le politiche di conciliazione tra i tempi del lavoro e quelli della famiglia devono compiere altri passi in avanti.

Lavoro: Brianza undicesima per numero di donne occupate, l’inverno demografico e le difficoltà per gli imprenditori

L’inverno demografico, indicato nel titolo dell’edizione 2024, da qualche anno si traduce in una penuria dei giovani in età da lavoro che sempre più spesso si trasforma in difficoltà degli imprenditori a individuare profili adatti alle loro esigenze, soprattutto nel comparto delle costruzioni. Il fenomeno, cresciuto negli ultimi anni del 18%, è, inoltre, accentuato dalla fuga di talenti sempre più massiccia.

La carenza di manodopera, avverte Andrea Gianni di Pts Class, rischia di ingigantirsi nel giro di qualche anno, quando andranno in pensione molti lavoratori nati nella prima metà degli anni Sessanta, all’epoca del baby boom: per cercare di attrarre i giovani, affermano i ricercatori, il 21% degli imprenditori è disposto ad aumentare le retribuzioni.