L’anniversario di piazza Fontana Monza corre per ricordare la strage

Come l’anno passato, di corsa nel giorno del ricordo della strage di piazza Fontana a Milano. Una delegazione di podisti monzesi raggiunge la commemorazione ufficiale davanti alla Banca nazionale dell’Agricoltura delle vittime del 12 dicembre 1969. Le parole del sindaco, col pensiero all’attualità.
L’interno della Banca nazionale dell’agricoltura a Milano dopo l’esplosione della bomba il 12 dicembre del 1969
L’interno della Banca nazionale dell’agricoltura a Milano dopo l’esplosione della bomba il 12 dicembre del 1969 ARCHIVIO

Come l’anno passato, di corsa nel giorno del ricordo della strage di piazza Fontana a Milano. Una delegazione di podisti monzesi parte dal municipio e raggiunge la commemorazione ufficiale davanti alla Banca nazionale dell’Agricoltura che ricorda i 17 morti (e 88 feriti) del 12 dicembre 1969. Si tratta di un gruppo di podisti delle associazioni sportive monzesi e brianzole, insieme al gruppo sportivo dei vigili di Monza e all’assessore alla Mobilità Paolo Confalonieri.

«La tensione non produce progresso ma rischia di generare solo il peggio, come dimostra la storia recente del nostro Paese – ha dichiarato il sindaco Roberto Scanagatti – Le stragi, il terrorismo furono il frutto di strategie eversive, di percorsi deviati ma seguirono a periodi di forti tensioni e conflitti sociali, anche alimentati da chi aveva interesse a seminare disordine per proporre soluzioni autoritarie».

E poi un riferimento alle manifestazioni in corso in Italia: «Ricordando le vittime di piazza Fontana, come oggi hanno fatto tanti studenti, abbiamo il dovere di tenere viva la memoria sul sacrificio di tanti innocenti e sulle cause che hanno prodotto stragismo e terrorismo affinché non si ripetano mai più. Trovo molto preoccupanti le tensioni alimentate in questi giorni da gruppi che usano toni populisti e demagogici, proponendo soluzioni semplici, dal sapore autoritario. Non credo che si ottenga un miglioramento delle condizioni di vita di tanti cittadini bloccando continuamente auto e pullman con gente diretta a scuola o al lavoro, furgoni e camion con merci deperibili o minacciando i negozianti che non vogliono chiudere le saracinesche. La democrazia e la libertà non sono negoziabili e vanno difese dalle istituzioni della nostra Repubblica».

In occasione del quarantesimo anniversario della strage, nel 2009, il Cittadino aveva pubblicato la testimonianza del figlio di una delle vittime, Carlo Perego di Usmate Velate. L’articolo è visibile a questo link (vai).