Il tribunale è al collasso, bisogna ridare a Monza il personale che occorre perché «un sistema-giustizia che non funziona è un costo per la società e per la sua economia ben più alto delle risorse ordinarie necessarie per far funzionare gli uffici». Parola della senatrice desiana del Partito democratico, Lucrezia Ricchiuti, che ha presentato un’interpellanza al ministro della Giustizia Andrea Orlando dopo il caso della chiusura settimanale del tribunale di Monza.
Il provvedimento preso dal presidente del tribunale e dal procuratore della Repubblica, Anna Maria Di Oreste e Corrado Carnevali, è stato poi bloccato dal Tar della Lombardia dopo un ricorso da parte dell’ordine degli avvocati, ma il problema resta. «A seguito della riorganizzazione sul territorio in salsa spending review degli uffici giudiziari e del giudice di pace, i tribunali sono diminuiti tantissimo e il lavoro precedentemente distribuito sul territorio è stato accollato a poche strutture oramai al collasso», dice la senatrice, che ricorda come la chiusura degli uffici del giudice di pace di Desio ha gravato pesantemente sul tribunale monzese già in difficoltà.
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«Da molti anni c’è il blocco del turnover. I pensionati non vengono rimpiazzati, sicché le cancellerie dei tribunali italiani sono in progressivo depauperamento di personale, esperienza ed entusiasmo. Senza contare che i cosiddetti precari della giustizia non sono stati prorogati e i dipendenti in servizio non sono nemmeno retribuiti per lo straordinario».
«L’argomento della mancanza dei fondi è tanto pretestuoso quanto fallace, perché un sistema-giustizia che non funziona è un costo per la società e per la sua economia ben più alto delle risorse ordinarie necessarie per far funzionare gli uffici».
Lucrezia Ricchiuti fa un passo più in là e dice: «“Nella giustizia penale è necessario riformare il regime della prescrizione dei reati, giacché solo così si arriverà concretamente a stimolare l’uso dei riti alternativi e a ridurre il numero di defatiganti dibattimenti che spesso si concludono con l’estinzione del reato per prescrizione. Questa è la strada maestra per reperire risorse e dedicarle ad attività di proficua amministrazione della giustizia».