La regione Lombardia: stop ai profughi, «controlli sanitari nei centri di accoglienza»

La regione Lombardia di nuovo contro le politiche di accoglienza ai profughi. L’assessore Bardonali: niente aiuti ai comuni che li accolgono. E minaccia controlli sanitari nei centri di accoglienza.
Monza: il Centro accoglienza in via Spallanzani
Monza: il Centro accoglienza in via Spallanzani Fabrizio Radaelli

Ancora scontro aperto sulle politiche di accoglienza dei profughi tra il governo e la regione Lombardia. Uno scontro che ora si sposta nei comuni. L’assessore alla sicurezza della giunta Maroni, Simona Bardonali, ha annunciato che la regione «farà il possibile per scardinare il sistema» che, dice, «ingrassa le solite cooperative con bandi milionari». Soprattutto, «dove necessario, effettueremo controlli sanitari nelle strutture dove vengono ospitati i richiedenti asilo. Nella concessione dei finanziamenti regionali daremo inoltre priorità ai comuni con gravi problemi economici. Chi ha risorse da spendere per accogliere i clandestini non ha bisogno dei finanziamenti della regione Lombardia». Insomma, con i comuni sempre più alle corde nelle finanze il Pirellone avverte: soldi a chi non accoglie. Una prospettiva che anche Maroni, solo poche settimane fa, aveva minacciato.

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«Bisogna smettere di promuovere bandi milionari per l’accoglienza, che vanno a ingrassare le solite cooperative, quando abbiamo una disoccupazione senza precedenti, cittadini lombardi che si suicidano a causa della crisi e sfratti dovuti a mancanza di risorse economiche».