“Follow the money”, segui i soldi. La lotta alle mafie segue la traccia dei flussi finanziari movimentati dalla criminalità organizzata. E si concretizza con misure di prevenzione e interdittive delle Prefetture, oltre che con una legislazione sempre più puntuale (che, nel fenomeno della penetrazione della economia legale, propria delle mafie, punta a una maggiore tutela della attività delle imprese). La Direzione investigativa antimafia guidata dal generale delle Fiamme gialle Michele Carbone, ha presentato al Parlamento la relazione attività di tutto il 2024, circa 500 pagine che descrivono un fenomeno, quello mafioso, sì noto e incancrenito, ma anche in continua e costante evoluzione. E lo stesso, giocoforza, vale anche per gli apparati di contrasto.
Come evidente da tempo, la criminalità organizzata è ormai una maxi impresa della illegalità che raramente si sporca le mani con violenza manifesta. L’obiettivo, soprattutto nella florida Lombardia, è quello di penetrare nell’economia legale. E gli imprenditori non sono sempre vittime. Magari “conniventi”. Così come “infedeli” sono alcuni funzionari della Pubblica amministrazione che “danno una mano” ai mafiosi, soprattutto negli appalti.
La lotta alle mafie, l’attività della Direzione investigativa nel 2024
La ‘ndrangheta, organizzazione prevalente sul territorio nazionale e non solo, è “proteiforme”, in grado di modificare il proprio modus operandi “in bilico tra legalità e illegalità” con la “vocazione affaristico imprenditoriale e il narcotraffico” come sue attività principali. I settori “di interesse” sono molteplici, dall’edilizia e immobiliare ai trasporti e turistico-alberghiero, bar e ristorazione, commercio e filiera di rifiuti. L’azione di contrasto avviene soprattutto attraverso la “aggressione dei patrimoni illeciti. Solo nel 2024 la Dia ha sequestrato circa 15 milioni di euro e “confiscato 8 milioni di euro alle cosche”. Emessi 208 provvedimenti interdittivi dei quali 138 fuori dalla Calabria. Sono 24 i “locali” di ndrangheta presenti in regione sotto il controllo di una “camera” chiamata La Lombardia. Cinque in provincia, a Monza, Desio, Seregno e Giussano, Lentate sul Seveso e Limbiate.
Ma non c’è ovviamente solo la criminalità organizzata calabrese ad agire sul territorio: grande peso rivestono anche Cosa Nostra e la Camorra. E poi i gruppi criminali stranieri, spesso in affari con quelli autoctoni, soprattutto nel mercato degli stupefacenti.
In Lombardia il “basso profilo” e gli imprenditori conniventi
In Lombardia le organizzazioni criminali al “controllo militare del territorio”, come avviene nei luoghi di origine, hanno preferito il “basso profilo”, un “consolidamento di una economia criminali fluida e camaleontica”. Le più recenti inchieste giudiziarie hanno confermato “la spiccata propensione della mafie a usare strumenti finanziati illeciti”, come frodi fiscali, compensazioni di crediti tributari fittizi, riciclaggio e autoriciclaggio, intestazioni fittizie di beni e bancarotte fraudolente.
E a proposito di imprenditori conniventi, capita che “l’ingresso nel circuito mafioso” abbia rappresentato inizialmente una “opportunità apparentemente vantaggiosa”, dato che “garantisce subito una provvidenziale iniezione di liquidità”, salvo poi ritrovarsi a perdere il controllo della propria azienda, finita nelle mani dei criminali. Sempre più sofisticate sono anche le tecniche estorsive come l’utilizzo di fatture false “in un rapporto commerciale formalmente legittimo”, talvolta “permettendo all’imprenditore taglieggiato di recuperare Iva a credito divenendo così “complice consapevole del sistema illecito”. Sempre nel campo delle estorsioni ci sono le imposizioni di assunzioni pilotate o l’obbligo di acquistare beni o servizi “da aziende riconducibili alla criminalità organizzata”.
La criminalità organizzata e l’usura: imprenditore estromesso dalla sua azienda
E poi c’è l’usura: “che si articola spesso attraverso false fatturazioni emesse da società di copertura” che trasformano gradualmente l’imprenditore insolvente: “in un soggetto estromesso dalla sua impresa”. Nella regione la ‘ndrangheta ha il predominio, caratterizzata da “un’elevata capacità di rigenerazione strutturale” e dalla “spiccata vocazione imprenditoriale”. Le imprese mafiose calabresi spesso operano “in simbiosi con operatori economici già predisposti alla violazione a causa della mancata percezione del disvalore etico, delle regole tributarie e della concorrenza leale”. Si propongono come “società di servizi” che offrono beni a costi irrisori “grazie alla evasione fiscale e al mancato versamento dei contributi previdenziali” attirando imprenditori che, da vittime, diventano “corresponsabili del sistema mafioso”.
Relazione Dia 2024, le operazioni in Brianza
Tra le operazioni di polizia avvenute anche in Brianza, citate nella relazione Dia, c’è l’inchiesta Royale dell’aprile 2024 che ha portato carabinieri e finanza insieme alla Polizia locale di Milano all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone legale a un clan per presunte estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico illecito di rifiuti e truffe ad agenzie di lavoro interinale perpetrati anche a Monza e Arcore tra il 2016 e il 2021. E poi, a marzo, l’ordinanza cautelare nei confronti di un funzionario del Comune di Limbiate che avrebbe ceduto al propria identità al boss Matteo Messina Denaro e una seconda, eseguita dai carabinieri, per un presunto narcotraffico tra Italia e Spagna (11 presunti responsabili), anche con chat criptate, a Monza e Muggiò (oltre che a Cinisello e Sesto) con il sequestro di 440 chili di droga. E infine, a novembre, due tentativi di estorsione ai responsabili di alcune imprese del trasporto su tratte interne della Lombardia, una della quali a Bellusco, per cercare di imporsi nel settore, perpetrato da un soggetto vicino a una cosca Reggina.
Relazione Dia 2024, l’attività dell’Osservatorio Centrale sugli appalti pubblici
Con l’Osservatorio Centrale sugli appalti pubblici la Dia nel 2024 ha effettuato un costante monitoraggio degli appalti pubblici per prevenire infiltrazioni. La criminalità organizzata tenta di penetrare attraverso la “manipolazione dei bandi” e la “creazione di accordi tra imprese per garantire una rotazione nell’aggiudicazione dei contratti”, operazioni che spesso prevedono la corruzione di funzionari pubblici e professionisti, senza dimenticare le “minacce e intimidazioni” per scoraggiare imprese concorrenti e, in fase successiva all’aggiudicazione, nella costrizione alle imprese vincitrici a subappaltare attività a aziende affiliate alla criminalità. Dia ha anche prodotto documenti di analisi per i Prefetti.
Ci sono poi le verifiche antimafia richieste dal Ministero dell’Interno, aumentate del 30% rispetto all’anno precedente. A controllare gli appalti per l’antimafia ci sono inoltre i Gruppi interforze provinciali. In Lombardia gli accessi ai cantieri edili (anche per interventi legati al Pnrr) sono stati 16 con circa 400 persone fisiche e 100 imprese interessati. Sessantasette (sui 764 di tutto il Paese) i provvedimenti prefettizi interdittivi in regione.