Il governo vara la manovrina «Nessun aumento della benzina»

«Nessun aumento della benzina per contenere il deficit entro il 3% del Pil». L’annuncio di Palazzo Chigi è arrivato nella serata di mercoledì 9 ottobre, al termine di una giornata in cui si sono rincorse le voci di un aumento delle accise sui carburanti a 6,5 centesimi al litro.

«Nessun aumento della benzina per contenere il deficit entro il 3% del Pil». L’annuncio di Palazzo Chigi è arrivato nella serata di mercoledì 9 ottobre, al termine di una giornata in cui si sono rincorse le voci di una «manovrina» che avrebbe aumentato con effetto immediato le accise sui carburanti a 6,5 centesimi al litro.

Una stangata smentita prima dal ministro Dario Franceschini e poi dal Consiglio dei ministri. Che ha approvato comunque un decreto legge con disposizioni urgenti in materia di finanza pubblica e di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico «per contenere il deficit del bilancio 2013 entro un valore non superiore al 3% del Prodotto interno lordo».

Avverrà attraverso la vendita di immobili di proprietà del Demanio (per 500 milioni di euro) e la riduzione delle spese dei ministeri e dei trasferimenti degli enti locali per 1,1 miliardi.

Il ministro Fabrizio Saccomanni ha comunicato che nella manovra non ci sono i fondi per il rinnovo della Cig, i 330 milioni inizialmente previsti. Il ministro ha spiegato però che «c’è la possibilità di fare un dl parallelo in cui possono essere affrontate questioni aperte», nell’ambito dell’approvazione della legge di stabilità.

È stata disposta la constituzione di un fondo di 190 milioni di euro al Ministero dell’Interno per far fronte ai problemi indotti dal fenomeno dell’immigrazione. Previsto un incremento di 20 milioni di euro il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (210 milioni di euro complessivi in arrivo dalla rimodulazione del Fondo rimpatri, dalle entrate dell’Inps derivanti dalla regolarizzazione degli immigrati e dalla riduzione del «Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura»).