C’è uno stupendo libro di Italo Calvino, ricordo dei tempi del Liceo Classico Bartolomeo Zucchi che torna di attualità nella mia mente. Il visconte dimezzato. E quando ho letto della nomina di Riccardo Borgonovo alla presidenza dell’Ato (Ambito territoriale Ottimale, ndr), ho sorriso ricordando. Borgonovo, politico di vecchio corso da Concorezzo, rappresenterà l’area territoriale all’interno della quale viene organizzato il servizio idrico integrato della Brianza. Insomma sarà uno dei “custodi” assieme a BrianzAcque del nostro oro blu. E sin qui tutto normale.
Ma in un Paese, l’Italia, in cui le leggi non si applicano, ma si interpretano, ecco che Borgonovo sarà sì presidente, ma a metà. Perché è ancora sotto il giogo di una legge che gli impedisce di ricoprire la carica di presidente con pieni poteri essendo stato amministratore nei due anni precedenti la nomina. L’ex presidente della Provincia non solo è stato tale, ma ricordiamo che ha ricoperto anche quella di presidente del Consiglio comunale di Concorezzo, sino al giugno 2024. Tenendo presente che l’attuale reggente di via Grigna, Luca Santambrogio dovrà dimettersi dal ruolo nel 2027 quando scadrà come sindaco, in pratica avrà pieni poteri solamente per un anno. Settimana più settimana meno. Ma non è lì per fare il tecnico Borgonovo. E’ lì perché è il commissario politico (in quota Forza Italia) dell’imminente fusione tra Bea (proprietaria del forno di Desio) e BrianzAcque di cui Ato è il controllore.
Non si spiega diversamente l’annuncio degli azzurri che il futuro presidente di Ato sarà dei “nostri” e sarà Riccardo Borgonovo. Come facevano a saperlo in anticipo? Il bando per la nomina alla presidenza di Ato era ancora aperto (la chiusura era prevista per il 10 febbraio). Ma Forza Italia ha voluto strafare. Tre settimane prima, in una riunione politica, hanno annunciato il vincitore urbi et orbi. Manco fosse la previsione su quello di Sanremo. Azzeccato. Del resto il bando era talmente “appetibile” che hanno partecipato in quattro. Di cui due candidati dal Sud. Come hanno inteso che l’incarico era gratuito “se la sono data”. Ma poteva esserci anche Mario Draghi che Borgonovo avrebbe vinto lo stesso essendo la scelta insindacabile da parte del presidente della Provincia, leghista ma attento agli equilibri di potere. E gli accordi politici andavano nel senso detto dalla riunione di FI. Il presidente è nostro. Per una volta in politica gli azzurri avevano detto la verità. Se poi volete sapere, oltre che il partito (Forza Italia), la corrente in Brianza a cui appartiene Borgonovo, sarete accontentati. Quella di Fabrizio Figini da Varedo.