Il “caso Aeb” infiamma il consiglio comunale di Seregno: opposizioni scatenate

Nuova richiesta di dimissioni del sindaco dopo che Rossi ha detto di non essere mai entrato in possesso della “due diligence” in quanto le aziende hanno opposto alle istanze del Comune “motivi di riservatezza”.
La sede di Aeb in via Palestro
La sede di Aeb in via Palestro Paolo Colzani

Le ordinanze del Consiglio di Stato di Roma, che hanno negato al Comune di Seregno e ad Aeb la sospensiva della sentenza del Tar di Milano in merito all’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, scaturita da un ricorso di Tiziano Mariani, capogruppo consiliare di Noi per Seregno, hanno tenuto banco nella seduta del consiglio comunale di Seregno di lunedì 22 marzo.

In apertura dei lavori, informando l’aula delle novità, il sindaco Alberto Rossi ha spiegato che: «conforta che il Consiglio di Stato abbia sottolineato che non è pregiudicata la validità dell’operazione. Il nodo è la due diligence, che non è mai stata in possesso del Comune di Seregno. Noi abbiamo girato la richiesta per averla alle due società, ricevendo un diniego, per motivi di riservatezza. Questa richiesta l’abbiamo poi reiterata il 24 febbraio ed anche oggi abbiamo inviato un ulteriore sollecito. Come Comune, non abbiamo mai negato ad un consigliere un documento di cui non siamo in possesso».

Le affermazioni del primo cittadino hanno acceso immediatamente la bagarre. «Il sindaco -ha replicato Mariani- racconta ciò che vuole sentire alle sue orecchie e mette in condizioni gravissime i consiglieri di maggioranza che, come lui, hanno votato la delibera annullata dal Tar. Oggi sappiamo che il sindaco non poteva giudicare i valori dei concambi tra Aeb ed A2A, perché non li conosceva. Lo comunichi alla Procura della Repubblica. Lui non è stato diligente nell’amministrazione del patrimonio pubblico, ma cosa ci stanno a fare i consiglieri in consiglio comunale? Invito il presidente Pietro Amati a trasmettere a tutti le ordinanze del Consiglio di Stato. Sono allibito e sconcertato: sindaco, si dimetta domani mattina, se non era a conoscenza dei valori della fusione».

Rossi ha precisato che «la due diligence non è in nostro possesso, ma che i suoi risultati sono presenti nel documento contabile e che il concambio è stato certificato dal perito del tribunale. Un conto è non avere il documento, un conto è non conoscere il risultato. Il merito del concambio era conosciuto». Qui il dibattito ha continuato ad infiammarsi. Ilaria Cerqua, capogruppo di Forza Italia, rivolgendosi a Rossi, ha ricordato che «il perito del tribunale ha dichiarato di non aver fatto la due diligence e di non esserne in possesso. Ad oggi, possiamo dire che il sindaco è andato nell’assemblea dei soci a titolo personale e che ha deciso da solo l’aggregazione. La situazione è insostenibile». Questo perché la delibera annullata dal Tar è quella che aveva dato mandato al primo cittadino di votare nell’assemblea dei soci di Aeb l’integrazione societaria. «La due diligence -ha proseguito Cerqua- non è stata data dalla presidente di Aeb che ha nominato lei. Faccia quindi qualcosa».

Stefano Casiraghi della Lega, confermando il passaggio relativo al consulente del tribunale già manifestato da Cerqua, ha ribadito che «noi non vogliamo mettere i bastoni tra le ruote, ma lavoriamo per la verifica del rispetto della legalità e della trasparenza. Non siamo mai stati contrari all’operazione, ma alle sue modalità. Ora ci saranno conseguenze con la Corte dei conti, perché per le consulenze sono state spese cifre elevate».

L’assessore alle Partecipate Pinuccio Borgonovo ha dal canto suo confermato che «il concambio è stato certificato dal perito del tribunale, che ha descritto gli asset e le valutazioni delle parti, definendolo congruo. Le conclusioni della due diligence sono recepite dalla delibera votata il 20 aprile scorso. Il Consiglio di Stato ha detto che il consigliere ha diritto a conoscere anche le fasi preliminari ed ora agiremo di conseguenza». Le schermaglie sono infine proseguite, con accuse e smentite tra le parti. Al termine della discussione, Casiraghi ha chiesto che «il verbale della comunicazione venga mandato alla Procura della Repubblica e che la notifica dell’invio sia girata ai consiglieri di minoranza».