Hot spot Covid-19 a Monza: all’ospedale Vecchio i nuovi ambulatori per la diagnosi

Medici di base e del San Gerardo in via Solferino entro metà novembre per ampliare gli hot spot dedicati alla diagnosi del Covid. «Predisposto un protocollo di valutazione clinica per poter aiutare i medici di medicina generale», dice il direttore dell’Asst Monza, Mario Alparone.
Padiglioni ambulatori
Padiglioni ambulatori Fabrizio Radaelli

Sono stati inaugurati a Varedo i primi due ambulatori hotspot per la diagnosi del Covid. Entro metà di novembre ne arriveranno altri quattro: due al Corberi di Limbiate e altri due a Monza, all’ospedale vecchio.

L’idea è del direttore della Asst Monza Mario Alparone che fa i conti con i numeri drammatici del San Gerardo e gli accessi anche impropri al pronto soccorso. «Ho pensato a questo tipo di servizio sul territorio fin dalla fine di agosto quando si è riattivata l’unità di crisi – spiega Alparone – con i primari di pneumologia, malattie infettive e geriatria è stato predisposto un protocollo di valutazione clinica per poter aiutare i medici di medicina generale ad individuare con semplicità quando il caso sospetto sia da inviare in pronto soccorso e quando invece si può gestire a domicilio o nei nostri hotspot territoriale a cui si accede solo su indicazione del medico curante».

Nell’hot spot territoriale i pazienti trovano infermieri di comunità, medici di medicina generale che lavoreranno a stretto contatto con gli specialisti del San Gerardo.

«Hanno la possibilità di essere sottoposti ad una visita specialistica e ad uno screening diagnostico che comprende anche un’ecografia toracica e i referti sono inviati direttamente alla pneumologia del San Gerardo – prosegue Alparone – a seconda del quadro clinico i pazienti possono essere rimandati al domicilio in telemonitoraggio oppure direttamente al ricovero in reparto saltando il passaggio in pronto soccorso».

A chi viene rinviato a domicilio è fornito un kit per il telemonitoraggio: «Abbiamo sei diversi tipi di Kit a seconda del quadro clinico – conclude Alparone – sono gli stessi che abbiamo utilizzato per i pazienti dimessi dopo la prima fase della pandemia e comprendono un saturimetro, l’holter pressorio, lo spirometro per tenere monitorati i valori ed inviarli telematicamente agli specialisti».

All’inaugurazione dei primi due hotspot a Varedo hanno partecipato Paolo Bonfanti, direttore di infettivologia all’ospedale San Gerardo di Monza e docente universitario, Gianluca Peschi, direttore sociosanitario Asst Monza e Silvano Casazza, direttore generale della Ats Brianza. «La decisione di aprire gli hotspot territoriali – ha sottolineato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera – integra le prestazioni della medicina territoriale con quelle specialistico-ospedaliere, offrendo ai medici di medicina generale un punto di riferimento di prossimità verso cui indirizzare chi necessita di un accertamento della patologia da Coronavirus».