È stato condannato a dieci anni di reclusione Said Cherrah, il 27enne marocchino che lo scorso dicembre ha tentato di uccidere la sua ex fidanzata accoltellandola nel parcheggio del centro commerciale di via Prealpi a Giussano. La sentenza, emessa dal giudice per l’udienza preliminare Angela Colella del tribunale di Monza, arriva al termine del processo celebrato con rito abbreviato e prevede due anni di libertà vigilata a pena scontata, oltre al pagamento di una provvisionale di 50mila euro a favore della vittima. I fatti risalgono al 9 dicembre 2024. Cherrah, allora agli arresti domiciliari a Broni, era sottoposto al controllo del braccialetto elettronico dopo essere stato arrestato per un precedente episodio di violenza nei confronti della stessa giovane. Quel giorno, grazie a un permesso d’uscita, avrebbe manomesso il dispositivo elettronico per poi recarsi a Giussano, dove la ragazza -una 24enne marocchina residente a Erba– si trovava con un’amica. L’ha sorpresa nel parcheggio, ha tentato di strangolarla con un cavetto usb e poi l’ha colpita con diverse coltellate, lasciandola a terra agonizzante. Convinto di averla uccisa, è stato lui stesso a chiamare i carabinieri durante la fuga, affermando che la donna non respirava più.
Giudiziaria: l’uomo aveva già subito una condanna ad 11 anni
L’aggressione di dicembre non è stata un episodio isolato. Said Cherrah era già stato condannato a gennaio 2025 a 11 anni di reclusione dal tribunale di Como per aver gettato dell’acido sul volto della stessa ex compagna, a novembre 2023, all’uscita dal luogo di lavoro della giovane a Erba. In quell’occasione aveva anche pronunciato minacce pesanti nei confronti della ragazza arrivando a dirle: «Se ti prendo ti ammazzo appena ti becco, tanto prima o poi esco». Una minaccia che ha spinto la giudice monzese a disporre che la vittima potesse seguire il processo di Monza esclusivamente in collegamento da remoto, per garantirle sicurezza e tutela. Con la nuova sentenza, Cherrah dovrà scontare complessivamente 21 anni di carcere per i due episodi.
Giudiziaria: la pena è più pesante di quella richiesta dalla procura
Il giudice Colella ha deciso una pena più severa rispetto agli 8 anni richiesti dalla procura, sottolineando la pericolosità dell’uomo e la reiterazione della condotta violenta. Il collegamento da remoto dal carcere è stato imposto anche a lui, per evitare qualsiasi nuovo contatto con la vittima, che continua a vivere sotto protezione e in un clima di paura per eventuali ritorsioni future. Un elemento centrale della vicenda riguarda il fatto che Cherrah sia riuscito a raggiungere la ex compagna nonostante fosse agli arresti domiciliari e indossasse un braccialetto. Il dispositivo, che avrebbe dovuto segnalare eventuali spostamenti non autorizzati e proteggerla da un avvicinamento, è stato manomesso. Questo ha permesso all’uomo di agire senza che il sistema di controllo intervenisse in tempo. L’aggressione ha messo in evidenza criticità nel funzionamento degli strumenti di sorveglianza e nella tutela effettiva delle vittime. Solo i soccorsi hanno evitato il peggio.