Giorno della Memoria a Monza: i progetti delle scuole, le testimonianze e i qrcode del Valentini

Le scuole medie e superiori di Monza hanno celebrato la Giornata della Memoria in modalità differenti.
Giorno della Memoria 2023 a Monza
Giorno della Memoria 2023 a Monza

Le scuole medie e superiori di Monza hanno celebrato la Giornata della Memoria in modalità differenti con in comune la voglia di “non dimenticare” quella tragica pagina che ha segnato la storia di tutti.

Giorno della Memoria a Monza: Isman e Biassoni alla media Bonatti

Alla media Bonatti i ragazzi sono stati coinvolti, durante tutta la settimana, cercando di riflettere dal punto di vista storico, letterario e musicale; un gruppo delle seconde è stato invitato alle celebrazioni ufficiali a Monza al Bosco della memoria. Gli alunni delle classi prime hanno avuto la possibilità di incontrare Franco Isman, la cui famiglia ha origini ebraiche, e Pippo Biassoni, entrambi dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che hanno concentrato il discorso sul concetto d’identità dell’essere umano e sulla disumanizzazione, legata alle leggi razziali del 1938.

«Gli ebrei erano italiani come tutti gli altri italiani erano ben integrati ma, all’improvviso, sono stati considerati diversi – racconta Isman – Ricordo i racconti di mia mamma quando, a Trieste, all’improvviso non è stata più salutata dalle sue amiche. Quel che è successo ha avuto conseguenze anche psicologiche sulle persone».
Un racconto che ha coinvolto i giovani tanto che un ragazzo si è chiesto “come è possibile che degli uomini abbiamo fatto tutte quelle crudeltà agli altri uomini”.

Giorno della Memoria a Monza: pietre d’inciampo per la Da Vinci, i Giusti per la Tonoli

Alcuni alunni della media Da Vinci hanno percorso il cammino delle pietre d’inciampo che sono collocate a Monza, riflessioni importanti e di spessore anche alla media Tonoli dove i docenti hanno scelto di focalizzarsi sulla storia dei Giusti tra le nazioni, in particolare i docenti hanno presentato la storia di tre “Giusti” Gino Bartali, Carlo Angela e don Cirillo Perron per poi creare una personale carta d’identità in cui ogni ragazzo ha citato chi potrebbe essere un “giusto” da Papa Francesco, alla mamma, ai professori sino a “Tutti noi potremmo essere giusti se siamo dalla parte giusta”.

Nel corso della mattinata i ragazzi delle tre sezioni della media hanno visto il film “Una volta nella vita” di riscatto sociale tratto da una storia vera.

Giorno della Memoria a Monza: il progetto “da calpestare” del liceo Valentini

Un modo diverso di affrontare la giornata, quello dei ragazzi del liceo Nanni Valentini con la performance “Qui” promosso dai docenti Makio Manzoni e Laura Riva che ha coinvolto le quattro sezioni 1C, 2A, 3A, 5A che hanno incontrato Attilio Paulovich e Roberto Slamitz, figli di esuli istriani che hanno vissuto all’interno della scuola della Villa Reale perché tra gli anni ’50 e ’70 la struttura era un campo profughi.

Un viaggio tra la memoria che ha portato i ragazzi a realizzare una serie di adesivi su cui hanno ricordato persone che hanno vissuto lì. Adesivi che poi hanno sparso in tutto l’edificio in modo che i compagni li “calpestassero” scoprendo così una pagina della storia della loro scuola.

Giorno della Memoria a Monza: la spiegazione degli studenti

«È stato interessante osservare le reazioni dei nostri compagni – raccontano Federico Chiella e Ethan Rossi, due studenti che hanno lavorato per il progetto – da chi lo ha ignorato a chi invece ha subito preso il cellulare per inquadrare il Qrcode e scoprire qualcosa in più. Anche per noi è stata una scoperta sapere che la nostra scuola è stata un campo profughi, i racconti di Attilio e Roberto ci hanno affascinato».

Smuovere un po’ i giovani lasciandoli calpestare qualcosa per capire la loro reazione era la finalità del progetto, cercare di seminare in loro la curiosità verso la riscoperta del luogo in cui trascorrono molte ore del loro tempo. «Un momento molto significativo e un ottimo intervento -spiega la dirigente Elisabetta Biraghisia sui ragazzi che hanno lavorato per questo momento di ricordo che sui compagni che hanno scoperto una parte della storia del nostro istituto».