«Eroi? Abbandonati»: gli infermieri si preparano allo sciopero

Il sindacato degli infermieri Nursind ha indetto per il 28 gennaio uno sciopero nazionale per le condizioni di lavoro e il mancato riconoscimento economico. «Basta retorica degli eroi, siamo abbandonati e paghiamo un sistema che non funziona».
Infermieri
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Il 28 gennaio il NurSind – il maggiore sindacato delle professioni infermieristiche – ha indetto uno sciopero nazionale. Per 24 ore gli infermieri incroceranno le braccia e manifesteranno nelle maggiori piazze italiane. Per la Lombardia la mobilitazione è prevista a Milano, con un flash mob sotto i palazzi del consiglio regionale.

Proprio come era successo nel giugno 2020 dopo la prima grande ondata, dopo i morti di Bergamo (ma non solo), dopo le terapie intensive al collasso e la dimostrazione di un sistema sanitario non adeguato a far fronte a una pandemia, gli infermieri erano scesi in piazza. «Se per i politici il nostro sciopero sarà un déjà vu- spiega Donato Cosi, coordinatore regionale NurSind e componente della direzione nazionale del sindacato- per noi infermieri quello che sta succedendo negli ospedali lo è altrettanto. Dopo due anni di emergenza sanitaria siamo allo stesso punto. Non si è imparato nulla e le promesse fatte sono state mantenute solo in parte. Quell’eccellenza della sanità lombarda di cui i politici tanto si vantano, noi che ogni giorno lavoriamo in corsia non ne troviamo traccia».

Gli “eroi” della prima ondata, sono gli stessi che hanno affrontato la seconda, la terza e adesso la quarta. «Eroi con un’età media di 50 anni ai quali non è stata data la possibilità di riprendersi – prosegue Cosi – Perché tra un’ondata e l’altra bisognava recuperare tutta l’attività ambulatoriale e chirurgica che era stata messa da parte durante la pandemia. E a lavorare c’erano ancora gli infermieri impiegati durante il Covid».

Il sindacato alza la voce per rivendicare il mancato riconoscimento economico della professione e per chiedere stipendi più alti («visto che gli infermieri italiani sono quelli con lo stipendio più basso in Europa») oltre a tuonare contro le condizioni di lavoro insostenibili e la decennale carenza di personale («vi sono professionisti che, piuttosto di lavorare in queste condizioni, si licenziano»). E non è tutto: «Siamo stufi della retorica degli eroi e degli angeli che poi vengono abbandonati dalle istituzioni, anche quando vengono portati in Tribunale a causa delle pecche del sistema -conclude Cosi- e non ne possiamo delle aggressioni da parte degli utenti generate proprio da un sistema sanitario nazionale che fa acqua da tutte le parti».