Eicma, la grande esposizione milanese di moto, sempre più a rischio rinvio al 2021. Manca ancora la comunicazione ufficiale, ma si tratterebbe in questo caso dell’ultimo tassello che si aggiungerebbe a una lunga serie di indizi che fanno più di una prova. In primo luogo c’è il comunicato di Ancma, l’Associazione nazionale ciclo, motociclo e accessori (la Confindustria delle due ruote, per intenderci) che martedì 23 giugno ha festeggiato il centesimo compleanno. «Era infatti il 23 giugno 1920 quando a Milano, con un manipolo di una trentina di imprese del settore, muoveva i primi passi quella che nel corso del tempo si è evoluta da cooperativa di servizi fino a diventare una strutturata associazione di categoria con 159 associati» si legge nella nota. Quello che invece non si trova scritto è la conferma di Eicma 2020, prevista da giovedì 5 a domenica 8 novembre. Ancma è socio unico di Eicma spa. E visto che la stessa Ancma si era precipitata, ad aprile, a confermare l’evento pochi istanti dopo l’ufficializzazione della rinuncia a partecipare all’expo milanese da parte di due big come Bmw e Ktm, questo silenzio sull’Esposizione 2020, ora, suona davvero strano. L’agenzia Ansa, nel battere la notizia del centenario di Ancma, scrive a proposito del salone meneghino programmato per l’autunno: “Un evento di portata globale, che in questo complicatissimo 2020 sconvolto dalla pandemia, sarà sicuramente annullato, anche se manca ancora la comunicazione ufficiale del rinvio al 2021 da parte della Associazione dei costruttori e di Fiera Milano che ospita la manifestazione nei padiglioni di Rho”. Altro indizio.
L’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori rappresenta un comparto che fattura circa 5,5 miliardi di euro e impiega più di 20mila dipendenti diretti, che con l’indotto e la rete commerciale salgono a oltre 60mila addetti. Nella lettera inviata nei giorni scorsi a tutte le aziende consociate, il presidente Paolo Magri ha sottolineato “l’attualità dei valori della rappresentanza e dell’associazionismo, soprattutto in un momento così difficile e di fronte alle sfide che attendono l’intera industria della mobilità”. “Volgendosi indietro – si legge ancora nella missiva – la storia ci insegna che al termine delle prove più dure che ha affrontato il nostro Paese, il ritorno alla normalità è in qualche misura passato sempre attraverso il protagonismo dell’industria che Ancma rappresenta”.
La pandemia di Covid-19 ha di fatto “chiuso” anche Intermot 2020, il grande salone delle moto previsto a Colonia dal 6 all’11 ottobre, giusto un mese prima di Eicma. Esposizione annullata, quello tedesco, causa pandemia. E non si sta parlando di una piccola fiera, ma di un evento monstre, secondo probabilmente solo a Eicma. Il comunicato ufficiale diffuso dagli organizzatori non lascia spazio ai dubbi: impossibile far rispettare le normative riguardanti il distanziamento sociale. «La vicinanza interpersonale e un’esperienza condivisa sono una parte essenziale del carattere di un evento importante come Intermot e le attuali linee guida delle autorità non possono essere rispettate al momento». Stessi concetti su cui si basa il format di Eicma. Nuovo indizio.
Ultimo indizio. Fabrizio Curci ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano spa. «Quello trascorso in Fiera è stato un triennio incredibilmente intenso che mi ha concesso la possibilità di conoscere e apprezzare una realtà inaspettata dal potenziale enorme – ha dichiarato Curci -. Fiera Milano è un’azienda solida, non solo finanziariamente, ma soprattutto perché fatta di persone e professionisti straordinari che sapranno condurla verso nuovi traguardi ancora più ambiziosi». Curci si è poi accasato come nuovo amministratore delegato del gruppo di occhialeria Marcolin. Mentre Fiera Milano non ha ancora trovato il suo sostituto: una grana non da poco per un’ente che ha visto bloccate dal Coronaviurs tutte le attività (un nome su tutti: il Salone del mobile rinviato al 2021). E che ora rischia di perdere anche la sua gallina dalle uova d’oro: Eicma, appunto.