Ma è veramente stato lui? E se fosse vero perché lo ha fatto? Non l’ennesima congettura o supposizione, gli ornaghesi vogliono risposte ufficiali e certe per uscire dall’incubo in cui è sprofondato il paese dal tardo pomeriggio di sabato scorso. Perché può essere “Paolino”, l’uomo che a metà anni ’90 aveva fondato il gruppo di volontariato cittadino Auser, che nel 2009 era stato insignito come cittadino dell’anno e che per anni ha donato tanto del suo tempo per aiutare i più bisognosi, l’autore del tragico delitto?
Può essere Paolo Villa l’uomo che ha ucciso la sorella Amalia, di 84 anni, e la nipote Marinella Ronco?
«Per la maggior parte di noi è difficile accettare il fatto che sia stato lui – racconta Massimiliano, titolare del locale dove il 74enne si è sentito male sabato scorso, evento che ha portato poi alla scoperta dei due cadaveri già in avanzato stato di decomposizione – Aspettiamo che siano le indagini a dare una risposta certa».
«Prima di descriverlo come mostro bisogna capire cosa è successo – commenta invece Sara, del bar in via Santuario, a pochi metri dall’abitazione dei Villa – È sempre stato un signore taciturno, ma nelle ultime settimane era molto trasandato. Viste le sue condizioni ci stavamo anche informando per contattare qualche parente».
Intanto, anche sulle varie pagine Facebook locali, i cittadini fanno quadrato intorno alla vicenda, chiedendo il rispetto per il dolore delle persone coinvolte e che si spengano la luci dei riflettori in attesa che emerga la verità.